Visto che ad ogni festa, occorre scrivere i biglietti di auguri, e non so mai che frasi utilizzare, ho deciso di crearmi un modello da poter riciclare ad ogni occasione.
Ecco cosa mi è uscito dalla penna, nell'ultimo bigliettino:
Le feste come queste sono l'occasione per ricordarci da dove veniamo, dove andiamo e se arriveremo in ritardo.
Per fortuna c'è il TOM TOM ma bisogna assicurarsi di avere le batterie cariche.
Per questo ti auguro tanta energia da dedicare a Te e famiglia che sei sempre Te.
Già che ci sono ti auguro anche un po' di fortuna e di soldi.
Quest'ultimi ti consentiranno di fare la spesa con maggiore tranquillità.
Se non ci sarà l'AMORE almeno non avrai nessuno vicino che ti dice cosa comprare.
Buon Natale, Buon Anno e Buona Pasqua.
p.s. mi porto avanti e risparmio un bigliettino.
ecco il secondo biglietto:
Vi auguro per questo Natale tanta serenità.
So che avete deciso di trascorrere questa festa in crociera, quindi la pioggia potrebbe essere un problema.
a proposito di serenità ecco il terzo biglietto:
Caro Matteo,
ti auguro di stare sereno, così come tu hai augurato ad Enrico un po' di tempo addietro.
E auguro a tutti i miei connazionali che hanno deciso di trasferirsi all'estero, e sono parecchi, di trovare una soluzione alternativa: facciamone emigrare solo uno e suo posto mettiamoci qualcuno che sia almeno 'normalmente onesto' e con quel minimo di sale in zucca per poter fare qualcosa di utile.
Che non è quello di risollevare l'Italia, a quello ci penseranno da soli gli italiani onesti e laboriosi. Basta smettere di massacrarli e fargli venire la voglia di emigrare.
giovedì 25 dicembre 2014
domenica 3 agosto 2014
Uscire dalla crisi con la libertà del pensiero sostenibile.
Si può.
di Giulio Falco
In questo periodo di profonda e interminabile
crisi economica, sembra prevalere lo sconforto e la rassegnazione
piuttosto che la fiducia nel lavoro e del vivere civile. Se si
affronta la questione partendo da dei concetti fondamentali forse
però, le cose non sono poi così complesse e imprevedibili come
sembra.
Partiamo da un assioma fondamentale, non sarà più
possibile per il futuro che ci aspetta ignorare completamente la
questione ambientale. Questa riflessione mi ha portato a tracciare
una mappa concettuale, per mettere un po' d'ordine ai pensieri che si
affollano e si disperdono a volte, su questioni che solo
all'apparenza sono diverse.
In un testo molto bello, anche se impegnativo,
Gregory Bateson parla di ecologia della mente1.
Insieme all' idea più semplice da afferrare ossia l'ecologia
applicata al mondo che ci circonda, è il concetto fondamentale da
cui non si può più prescindere.
Il termine sostenibilità, aveva a che fare con il
fatto di non lasciare ai nostri figli o nipoti un mondo invivibile,
sfruttato fino all'osso per soddisfare i bisogni consumistici
sfrenati tipici delle società occidentali opulente e potenti. Questo
fino a ieri.
Oggi è palese che la bolla è scoppiata proprio
qui adesso, davanti a noi. E non si tratta poi di pensare ai nostri
figli come sarebbe doveroso, ma difficile per qualcuno, ma garantire
anche a noi stessi una sopravvivenza adeguata e dignitosa.
Senza la globalizzazione si poteva senza troppi
rimorsi, andare a sporcare il paese di qualcun altro, sfruttare le
risorse o esportare la pace armata. Colonizzare gli incivili con la
nostra supposta cultura.
Dovrebbe essere ormai evidente anche ai più miopi
e distratti che questo sistema non può più funzionare. I nuovi
paesi emergenti, non aspettano altro che invertire la tendenza, non
preoccupandosi troppo dei fardelli e costi della così detta
democrazia.
Se si desidera giocare la partita su questo piano,
i paesi occidentali hanno già perso ancora prima di iniziare. Ma
tutto fa credere che questa sia la strategia delle classi dominanti
in occidente, o almeno in alcuni paesi europei.
Cosa c'entra in tutto questo il termine 'autopoiesi'
?
La parola è stata coniata dagli scienziati cileni
Maturana e Varela, nello studio delle caratteristiche essenziali
della vita.2
Significa essenzialmente autocontrollo o meglio auto
produzione delle proprie componenti.
Generalizzato all'attuale situazione economica,
significa forse la necessità della riscoperta dell'autarchia ?
Ovviamente no, in quella forma come è stata conosciuta in passato
sarebbe un suicidio.
Il dilemma o apparente paradosso è che da un lato
si propugna l'austerità, i tagli dei consumi, la 'spending review',
e in effetti con la carenza di liquidità e il livello di imposizione
fiscale tutto ciò è diventata una scelta obbligata. E dall'altro si
auspica la crescita economica, che significa dare lavoro ad altri,
investendo, consumando, acquistando prodotti e servizi.
Impossibile. Mi pare evidente anche senza lauree
in economia, mantenendo il sistema economico politico attuale, e lo
stile di vita e di pensiero correnti.
Se non vogliamo che le cose si aggiustino da sole,
in modo autopoietico, con qualche bella guerra o rivoluzione
violenta, dobbiamo cambiare stile e strategia.
Il controllo delle proprie componenti è la base
della vita. Significa che non solo dovremmo poter controllare le
componenti che maggiormente influenzano la nostra vita, quella di
tutti i giorni, delle persone che lavorano, amano, si spostano e
creano.
Fare in modo che producano non scorie o
sfruttamento di altri mondi, che siano luoghi o persone, ma stimoli
per innestare circoli virtuosi.
Ho così preso in considerazione oltre alle
istituzioni altre tre componenti: il cibo, la cultura e il software.
Perché il cibo ?
Risposta: sappiamo ciò che mangiamo ? Potremmo
riconvertire in orti, gli spazi che abbiamo dissennatamente
cementificato ? Abolire quelle filiere che amplificano a dismisura i
prezzi dei prodotti agricoli, portando sulle nostre tavole frutta che
appare acerba che poi improvvisamente marcisce ?
Possiamo risparmiare sui costi relativi alla
salute con una prevenzione basata sull'alimentazione ?
Qualcuno potrebbe obiettare che il discorso è
utopistico e un po' populista, forse in stile un po' Grillesco e
pentastellato.
Può darsi, ma rimanendo con i piedi per terrra,
non credo che iniziare a coltivarsi un orto, e consumare prodotti di
provenienza autoctona e della stagione corrente, possa mettere in
serio pericolo i posti di lavoro delle cassiere dei supermercati.
Almeno nel breve periodo.
Il problema sicuramente è culturale e di sistema.
Si potrebbe sintetizzare nella necessità di conoscere come stanno le
cose, senza particolari studi fantascientifici, ma solo con un bel
po' di trasparenza nella condivisione delle varie iniziative in
questa direzione.
Già, un tema assai delicato la trasparenza. E qui
casca l'asino direbbe qualcuno. (non è lo stesso qualcuno che prima
mi dava del Grillino)
Può sembrare strano, ma sapere cosa gira nei
nostri computer oggi è quasi altrettanto importante che sapere cosa
si mangia. E ancora più difficile da determinare.
Il codice eseguibile del software che fa
funzionare i nostri computer, telefonini, tablet, che controlla la
nostra salute o ci fionda nelle comunità dei social network, è di
gran lunga più indecifrabile, delle etichette dei prodotti
alimentari, specialmente se è tenuto nascosto con tutti i mezzi
possibili, tecnici e legali.
Se non bastano questi due mezzi, si fa ricorso al
'carico da novanta': l'ignoranza e l'indifferenza.
Nessuno dei grandi produttori di queste meraviglie
tecnologiche che allietano la nostra vita digitale, farà molta
pubblicità o vi spiegherà che cosa è il 'software libero'. L'open
source o la vera etimologia e storia del movimento 'hacker'.
La maggior parte delle persone sarà portata a
credere che si tratti dei pirati informatici e correrà a comprare un
antivirus.
Bene, cioè male. Si ritorna al concetto di
trasparenza, utilizzare software prodotto da comunità di utenti, o
produttori illuminati, che distribuiscono il codice sorgente del
software, ossia la sua matrice originale, permettendo a chiunque di
analizzarlo e modificarlo è un concetto che si lega perfettamente
alla logica del discorso che stavamo facendo.
Per risolvere il dilemma apparentemente
insormontabile fra diminuzione dei consumo e crescita, occorre
osservare la cosa da un altro punto di vista, sbarazzandosi dei costi
nascosti, imposti dalle strutture di controllo centralizzate che ci
sovrastano.
Consumo consapevole ? Informato ? Diretto fra
utente e utente, fra produttore e consumatore. Tra chi si muove per
un mondo migliore e chi può fornirgli le idee le soluzioni per
sostenerlo ?
Mi viene in mente un solo termine per dire tutto
questo. Cultura.
Se abbiamo paura della cultura è veramente
finita. Per tutti.
Se non ci sbarazziamo di chi vuole distruggerla,
anche. Non è difficile scoprire di chi si tratta.
Si sono mostrati da soli.
_________________________________________________________________
1
Verso un'ecologia della mente
by Gregory Bateson
Paperback, 604 pages
Published April 5th 2000 by Adelphi (first
published 1972)
ISBN 8845915352 (ISBN13: 9788845915352)
2
Autopoiesi E Cognizione: La Realizzazione Del Vivente
by Humberto R Maturana
Published 1985 by Marsilio editori
ISBN 8831747789 (ISBN13: 9788831747783)
lunedì 7 luglio 2014
Esami di Stato 2014 - Colloqui finali
E' la fine
Sono terminati anche quest'anno gli esami di stato. Partecipo come
ormai mi accade da diverso tempo in qualità di commissario esterno.
Sono passati ormai molti anni da quella prima volta, quando evitai
una multa raccontando al vigile che mi aveva fermato in zona
pedonale, che ero un commissario in missione.
Ebbi la forza di non aggiungere "per conto di Dio" come
fece John Belushi nel film " Blues Brothers" e me la cavai.
Alla prima riunione di insediamento della Commissione un attimo di
panico, mancava il componente di Italiano, colui che avrebbe dovuto
correggere una valanga di temi.
Era stato fermato all'ingresso della scuola scambiato per uno studente.
Vestito tutto di arancione era stato poi dirottato verso l'istituto d'arte al posto che verso la scuola per ragionieri.
Il giorno dopo si è presentato vestito tutto di bianco, lo abbiamo ritrovato dietro il bancone del bar dove lo avevano messo a distribuire gelati. Il terzo ha scelto il nero, ma è stato allontanato dagli studenti dicendo che portava sfiga.
Era stato fermato all'ingresso della scuola scambiato per uno studente.
Vestito tutto di arancione era stato poi dirottato verso l'istituto d'arte al posto che verso la scuola per ragionieri.
Il giorno dopo si è presentato vestito tutto di bianco, lo abbiamo ritrovato dietro il bancone del bar dove lo avevano messo a distribuire gelati. Il terzo ha scelto il nero, ma è stato allontanato dagli studenti dicendo che portava sfiga.
Solo dopo quattro giorni lo abbiamo recuperato e si è messo al
lavoro.
Debbo ammettere che quest'anno tra i partecipanti della commissione non vi sono stati svenimenti ne attacchi isterici, segno che il nuovi corsi di meditazione zen, proposti dal nuovo governo Renzi hanno sortito gli effetti sperati.
Se non si riesce ad aumentare il livello culturale degli studenti e nemmeno ad abbassare più di tanto quello degli insegnanti, rendiamoli almeno immuni agli effetti delle cazzate che sono costretti a leggere o sentire durante le prove.
Debbo ammettere che quest'anno tra i partecipanti della commissione non vi sono stati svenimenti ne attacchi isterici, segno che il nuovi corsi di meditazione zen, proposti dal nuovo governo Renzi hanno sortito gli effetti sperati.
Se non si riesce ad aumentare il livello culturale degli studenti e nemmeno ad abbassare più di tanto quello degli insegnanti, rendiamoli almeno immuni agli effetti delle cazzate che sono costretti a leggere o sentire durante le prove.
Quindi quest'anno ho solo ricordi molto vaghi di ciò che ho sentito durante i colloqui.
Alla prima domanda del prof di Italiano, durata circa mezz'ora, quando la presidente lo ha invitato ad essere più conciso, lui ha chiesto al candidato: "mi dica se è d'accordo oppure no con quanto ho affermato." E lui ha risposto boh.
Tutte le tesine preparate dai candidati hanno fatto uso di mezzi
multimediali, che consistevano in una diapositiva che veniva
proiettata e mai cambiata al video proiettore e in uno sproloquio di
15 minuti recitato a memoria dai candidati infischiandosene sia del
pc che di eventuali domande della commissione.
Per farli smettere non bastava togliere la spina, bisognava recitare la frase magica "signori miei ...". Ce lo hanno insegnato ai corsi istituiti dal governo Renzi.
Per farli smettere non bastava togliere la spina, bisognava recitare la frase magica "signori miei ...". Ce lo hanno insegnato ai corsi istituiti dal governo Renzi.
I colloqui alla fine sono terminati senza battute degne di un
articolo da blog, a parte la domanda rituale del collega sul perché
la "scapigliatura" si fosse diffusa soprattutto nelle città
del nord, nessuno ha avuto il coraggio di rispondere " perché
c'è più vento ".
Diciamo quindi che si è trattato di un esame prudente, nel quale i candidati in difficoltà, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Come nei processi penali. E si sono tenuti lontani da facili battute, come sulla domanda del prof di diritto se il Presidente della Repubblica può essere rieletto.
Siamo in un momento delicato signori miei, potrebbe essere l'ultima volta che si può scherzare su un esame di stato.
Sta per sparire il Senato, ma non i senatori. Daranno i consigli per gli acquisti, immuni da ogni critica e soprattutto da possibili arresti richiesti dai pm.
Diciamo quindi che si è trattato di un esame prudente, nel quale i candidati in difficoltà, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Come nei processi penali. E si sono tenuti lontani da facili battute, come sulla domanda del prof di diritto se il Presidente della Repubblica può essere rieletto.
Siamo in un momento delicato signori miei, potrebbe essere l'ultima volta che si può scherzare su un esame di stato.
Sta per sparire il Senato, ma non i senatori. Daranno i consigli per gli acquisti, immuni da ogni critica e soprattutto da possibili arresti richiesti dai pm.
In effetti non è possibile riflettere su queste cose durante un
esame, soprattutto se non si chiama più di "maturità". Di
maturo non rimane nemmeno la frutta, che passa direttamente dal
congelato a marcia.
Se il desiderio espresso dai diplomandi, alla fine del colloquio è
quello di continuare con gli studi universitari, giusto nel frattempo
in cui si cerca un lavoro, siamo messi veramente male. Con una sola
risposta sono riusciti ad esprimere ciò in cui veramente credono: al
lavoro che non esiste e agli studi che non servono a niente.
Cosa gli vuoi rispondere ? Niente, anche perché la domanda l'abbiamo
fatta noi. Cosa pensa di fare, nel futuro ?
E noi cosa pensiamo del futuro della nostra scuola e del nostro paese
? Continuare a fare domande che non attendono risposte, ma solo
inutili narrazioni imparate a memoria ? Giusto per risparmiare sugli
hard disk, colpiti dalle tasse preventive.
Ho sempre pensato che finché ci sarà cultura, ci sarà libertà,
per questo temo che dopo le riforme costituzionali, proporranno
quelle scolastiche.
Dal porcellum all'asinellum.
Alla fine tutti promossi, come è giusto che sia. Chissà se alle
prossime elezioni adotteranno lo stesso criterio. Stanno studiando le
regole affinché si possano fare solo quando la maggioranza sarà
quella desiderata.
Abbassiamo il quorum per comandare, come abbiamo abbassato il livello
al quale dare la sufficienza.
Basta saper recitare qualcosa: un mantra qualsiasi. Signori miei.
Esami 2014 - tema di Italiano
Saggio breve sul dono
Intitolerei
questa mia breve dissertazione: “c'e' poco da ridere”
Ci
vuole proprio una bella fantasia per proporre questo tema ai giorni
nostri, un po' come credere negli UFO.
Allora
ho pensato di proporre un manualetto che illustri come accostarsi al
dono nella nostra epoca.
Ecco
un elenco di tipologie di dono consigliate.
1)
Immobiliare
Acquistate
una appartamento molto spazioso con vista sul Colosseo. Scegliete un
ministro della repubblica e regalategliela, ma mi raccomando a sua
insaputa.
La
gratuità del vostro gesto avrà presto gli effetti sperati. Lui
ricambierà inconsapevolmente, aiutando la moglie di un latitante
accusato di mafia. E' l'amore che trionfa.
2)
Ristrutturazioni immobiliari
Assoldate
una squadra di operai edili bergamaschi e recatevi nottetempo in una
abitazione di un vecchio leone leghista. Imbiancate, rifate i
pavimenti,, ristrutturate tutto ciò che è possibile. Allontanatevi
senza lasciare traccia del vostro passaggio.
3)
Un regalo a tutti gli italiani
Fatevi
eleggere presidente del consiglio dei ministri. Elargite 80 euro a
testa per tutti gli italiani. Non dimenticatevi di eliminare qualche
beneficio fiscale in modo da rendere quasi nullo l'effetto di questa
manovra da prestigiatore.
4)
Miracolo
E'
il dono più impegnativo, occorre agire come Mosè quando divise le
acque del mare. Per facilitarvi il compito togliete l'accento. A quel
punto cercate di salvare Venezia, elargendo a piene mani buste piene
di contanti ai politici di turno. Regalare denaro contante è contro
lo spirito del dono. Ma vi assicuro loro non si offenderanno.
5)
Al presidente della Repubblica
Particolarmente
gradito sarà il dono consistente nell'impallinare ogni candidato
possibile al Quirinale, assicurando così l'ennesimo mandato a
Giorgio Napolitano. Si tratta di un dono “ad personam” al quale
però vi saranno riconoscenti in tanti.
Si
potrebbe continuare all'infinito a dimostrazione che gli italiani
sono un popolo generoso e votato al martirio politico e sociale. Se
non possono elargire in prima persona, allora votano qualcuno capace
di farlo in loro vece e a loro insaputa.
O
forse non vanno nemmeno a votare, perché tanto è sempre tutto
uguale. Come dire: visto che il mondo è pieno di ladri, lasciate
tutte le porte aperte e le chiavi nel quadro della vostra macchina
quando parcheggiate.
lunedì 2 giugno 2014
Perché la cultura è importante
Perché la cultura è importante ?
Il
termine non dovrebbe indicare soltanto ciò che si impara sui banchi
di scuola, o in un ambiente accademico. Esiste una cultura formale,
ben organizzata e riconosciuta ufficialmente e una informale. Tutto
cià che impariamo durante la nostra vita attinge a queste due fonti.
Ma la metafora termina qui, perché non si tratta di un liquido da
travasare in contenitori vuoti, come appaiono talvolta i cervelli
degli uomini.
L'intelligenza
alla quale si abdica spesso e volentieri, si presenta troppe volte sotto
forma di astuzia. Capacità di ottenere dagli altri, qualcosa, sentra
troppa fatica, cercando delle scorciatoie a breve termine, per
soddisfare un bisogno immediato, rinunciando a qualsiasi riflessione
critica sui noi stessi e sul mondo che ci circonda.
Durante
una chiaccherata con un' amica, madre di due figli maschi, il più
grande dei quali in età adolescenziale, mi è stata posta la domanda
da 100 milioni di dollari. Cosa posso fare per stimolare in mio figlio
la curiosità, l'attenzione verso le cose importanti, per vincere
quel perenne disinteresse che molti giovani della sua età spesso
dimostrano ?
La
questione è stata trattata da filosofi del valore di Ugo Galimberti
(vedi "l'ospite inquietante: il nichilismo e i giovani - Feltrinelli Ed.") e da tante altre persone più esperte e competenti
di me sull'argomento. Inoltre non ho avuto il privilegio ďi avere
dei figli, quindi le mie riflessioni possono essere basate solo sulla
mia esperienza di insegnante di scuola superiore.
La
mia risposta immediata è stata quindi: "non lo so".
Ma
immediatamente dopo, ha prevalso una considerazione che ritengo
importante e che ha guidato la mia azione e tutta la mia strategia
didattica. specialmente negli ultimi anni.
Si
potrebbe riassumere nel principio "mai arrendersi".
Dobbiamo provare di tutto, facendosi guidare dai nostri valori, da
ciò che percepiamo come giusto ed efficace, dalle osservazioni
attente del comportamento dei nostri studenti o dei nostri figli. Cercare di aprire a
tutti i costi con loro un dialogo sincero e realistico, mai abdicando
al nostro ruolo di educatori, ma cercando in ogni caso di uscire dai
riti stereotipati della comunicazione tra adulto e adolescente.
Non
siamo migliori di loro, ma solo depositari di un dovere, cercare di
facilitargli il passaggio verso le mete dell'autonomia,
dell'autostima e della libertà.
Proprio
quest'ultimo concetto è forse fonte di cattive interpretazioni nella
mente degli adolescenti, ma non solo loro.
Danno
spesso per scontata questa condizione, non legandola ad alcuno sforzo
necessario a meritarsela, mantenerla o conquistarsela.
Se
la libertà intesa come la possibilità di fare ciò che ci pare
senza alcun controllo, (interpretazione ovviamente superficiale e
scorretta) fosse slegata dalla nostra capacità di comprendere il
mondo, basterebbe poco per essere felici. Un bel po' di soldi
ottenuti senza troppa fatica magari, per diritto ereditario, o magari
percorrendo strade poco ortodosse, dense di pericoli e di violenza.
L'errore
spesso si annida nelle premesse.
Un'osservazione
molto acuta di un grande scrittore contemporaneo: Aldo Busi, recitava
in un suo libro pressapoco così: "i desideri non si comprano".
il denaro ci permette di esaudirli (a volte) ma non di crearli.
La
curiosità, la passione, tutto ciò che ci spinge all'azione
positiva, nasce dal nostro cuore, dal nostro cervello, dalla nostra
intelligenza.
E'
la cultura che può alimentarla. Conoscere, ci consente di poter
scegliere, di comprendere ciò che vogliamo fare, ciò che mangiamo,
ciò che respiriamo.
Ci
consente di impedire che qualcuno scelga per noi. Di apprezzare e
godere dei prodotti che potremo possedere e piano piano farci
preferire essere, anziché avere.
Farci
comprendere che se anche siamo adulti, e abbiamo ottenuto ciò che
desideravamo, c'è ancora moltissimo da imparare.
Sempre.
P.S.
https://www.goodreads.com/book/show/7312831-l-ospite-inquietante
un link a goodreads un social network per chi ama leggere
mercoledì 21 maggio 2014
Come ho deciso di sposarmi
Vi racconto come veramente ho deciso di sposarmi.
Stavo tornando a casa da scuola, stanco e stufo quando ho fatto una riflessione: ma cosa ci facciamo in una citta come Monza, in un paese come l'italia, in un continente come l'Europa e li mi sono fermato, in attesa che la Nasa annunci la scoperta di altri pianeti abitabili.
Quindi ho mandato subito un sms alla mia Amata Chicca, (ci chiamavamo così prima del matrimonio)
"Cara ci spostiamo ?"
Ma la maledetta tastiera o il T9 ha tralasciato una T
E' nato tutto cosi, da un equivoco, e una volta arrivato a casa ho trovato l'ingresso colmo di bomboniere.
Non ho avuto il coraggio di proferire parola per parecchie ore.
Caro, mi ha detto ad un certo punto, voglio anche te elegante, sottointendendo con questa frase che si partiva alla ricerca del vestito per lei.
Bene, mi sono detto parte il piano B. Mentre lei era occupata nella difficile scelta, mi fiondo nel reparto maschile e ordino per me un gessato grigio a righe, un garofano rosso, occhiali scuri e un cappello Borsalino a larghe falde. Lo indosso e mentre lei e ancora occupata a provare il centesimo abito, pago e mi reco nell'agenzia di viaggi di fronte al negozio.
Desidera mi chiede l'impiegata ? Vorrei un biglietto di sola andata per il Libano. Una sola persona. Poi chiedo distrattamente: che lei sappia, esiste in quel paese un trattato di estradizione con l'Italia ?
Dipende dai reati mi dice squadrandomi, lei dovrebbe stare tranquillo, per associazione mafiosa non ci sono problemi, ma per abbandono del tetto coniugale c'è l'estradizione immediata. Anche prima del matrimonio, basta il pensiero. E una volta in Italia, arresti doniciliari. Quindi neanche l'ora d'aria concessa a San Vittore per il 41bis.
Ho capito, me ne torno sconsolato nel negozio e mi faccio incartare il mio gessato.
Una volta casa, mentre eravamo in cucina prendo il coraggio a due mani, la guardo negli occhi e le dico: cara ti devo dire una cosa.
dimmi tesoro, non aver paura, confidati.
Ho cambiato idea.
Ma subito dopo aver visto nelle sue mani il trinciapollo, ho aggiunto: “ho deciso di vestirmi in blu”.
Ottima scelta ora andiamo, ci aspettano in municipio.
La responsabile dell'ufficio matrimoni, una signora molto gentile mi chiede le generalità. Ma comincio ad avere qualche sospetto quando mi prende le impronte digitali.
Quanto costa sposarsi chiedo. Guardi sono solo 16 euro, ma in contanti. Non accettiamo carte di credito, ne assegni.
Paga, mi dice lei in tono perentorio. Sorrido, guardi e mi svuoto le tasche esibendo il telefonino, un mazzo di carte di credito, e nemmeno uno ” sghello”.
Era il piano C. Mi sa che dovremo rimandare.
Niente affatto replica il funzionario del comune, che scoprii dopo aveva lavorato nella Stasi il famoso servizio segreto della Germania est.
Vedo che possiede uno smart phone. Benissimo le offriamo un nuovo abbonamento che prevede 100 minuti di sms gratis verso tutti, telefonate illimitate verso tutti, ma solo utenti di sesso maschile. Con soli 10 euro mensili, la tassa matrimoniale pagata e un telefono di ultima generazione con il rilevatore in tempo reale del tasso alcolemico e invio sul telefono della sua futura sposa.
Allora che giorno desiderate soposarvi ?
Lotto
Del mese prossimo ?
No lotto per non farlo, ma alla fine devo capitolare.
Usciamo con i nuovi telefoni in tasca. I miei piani stanno esaurendo tutte le lettere dell'alfabeto.
Caro, mi dice sorridente, con questi nuovi telefoni possiamo connetterci a Internet. Scrivi qualcosa di carino su Facebook a proposito del nostro matrimonio.
Ed è a quel punto che ho superato la lettera Z
Come scoprirò piu tardi il matrimonio civile contempla la possibilità di divorzio, il matrimonio religioso prevede l'annullamento presso il tribunale della Sacra Rota.
Ma l'annuncio su Facebook, NO. Nisba.
Nelle condizioni contrauttali che avete sottoscritto si stabilisce che tutti i diritti del materiale pubblicato appartengono a Mark Zuckemberg, il propritario di Facebook e che anzi nel caso di annunci matrimoniali lui ha il diritto di “ius prime noctis” con la sposa, diritto che può esercitare in qualunque momento. Quindi non potete ne cancellare i post, ne andarvene fino a che lui non avrà deciso di esercitare questo privilegio.
Non ci sarebbe gusto infatti per lui approfittare carnalmente della moglie senza la presenza del marito. Dopo tutto Facebook è nato per questo, infinocchiare milioni di utenti. Il suo primo nome era FaceAss, ma il marketing ha preferito una versione meno esplicita, che nascondesse meglio la vera “mission”.
Questa è la conclusione della storia del generale Custer a Little Big Horn. Ogni eroe però non si arrende mai senza aver tentato l’ ultimo disperato “assalto alla baionetta”.
Cara le ho detto, so che si usa. Vorrei fare la sera prima delle nozze l'addio al nubilato.
Si dice addio al celibato caro, sei un uomo.
No, non hai capito, vorrei uscire io con tutte le tue amiche a festeggiare e a divertirmi come un maiale. Ed è a quel punto che ho potuto consultare il dizionario della lingua serbo-croata, alla ricerca delle lettere perdute, accedendo a tutto l’alfabeto cirilico, dopo che mi è piovuto letteralmente in testa, volando da uno scaffale della libreria,
Una cortesia la chiedo agli invitati, non regalateci triciapolli e dizionari. Siamo gia forniti.
PS. Naturalmente ho scherzato, il dizionario era un normale Zanichelli della lingua italiana
domenica 4 maggio 2014
Software Libero
Questo post è stato pubblicato nel Laboratorio Permanente di Tecnologie Multimediali del prof. Andreas Formiconi
Tocca un tema che mi è molto caro, e che utilizzo sempre nella mia attività didattica nelle quinte dell'istituto tecnico dove insegno. Lo riporto integralmente:
Tocca un tema che mi è molto caro, e che utilizzo sempre nella mia attività didattica nelle quinte dell'istituto tecnico dove insegno. Lo riporto integralmente:
venerdì 11 aprile 2014
Perchè gli uomini non usano l'intelligenza ?
Possibili risposte:
- non sanno di possederla
- credono di possederla
- pensano di poterne fare a meno
- preferiscono l'astuzia
- ne hanno paura
- vogliono aver tutto sotto controllo
- preferiscono possedere
- vogliono tutto
- non si accontentano mai
- si accontentano di poco
- credono sia noiosa
- non amano il rischio e invece rischiano sempre
- confondono il divertimento con la stupidità
- sono pigri
- vogliono far dispetto a qualcuno
- sono rassegnati
- non sanno cosa sia
- non vogliono confrontarsi
- è cosa da stupidi
- che palle !
venerdì 17 gennaio 2014
Amo le anaconde
La lettura di un recente e bellissimo post sulla figura e la storia del medico e artista Enzo Jannacci mi ha stimolato alcune riflessioni.
La mia principale professione, ormai da diversi anni è quella di insegnante. Ogni giorno non posso fare a meno di pensare, alla mattina, prima di recarmi a scuola, a come vedrei il mondo di oggi, se potessi magicamente ritornare agli anni della mia adolescenza, rivivere le ansie, gli scombussolamenti ormonali, i sogni di quei momenti della mia vita.
Uno degli ultimi pezzi, del grande maestro, inciso insieme a suo figlio e a un noto rapper inzia dicendo:
"desolato, anzi incazzato ...".
Un ultimo meraviglioso regalo, quasi un testamento, a voler riaffermare nonostante il passare del tempo, che apparentemente ha trasformato radicalmente il mondo in cui viviamo, della validità dei suoi sogni giovanili.
"... lo dicevo cinquant'anni fa e ci riprovo ancora, che forse è la volta buona ...."
Un anelito a non gettare via la propria vita.
Un chiedere scusa, ai giovani di oggi, se noi adulti, genitori, educatori o semplicemente persone che si fermano a riflettere sul futuro e sul passato, non siamo stati capaci di indicare concretamente e sinceramente la via per affrontare con il necessario vigore i problemi del nostro tempo.
E allora che fare ?
La via più semplicistica sarebbe quella di continuare a ripetere ciò che non si deve fare. Senza poter indicare ne un perché e nemmeno una via alternativa.
"Il fatto è .... Il fatto è .... che sempre allegri bisogna stare ...."
Il fatto è che .... che .... i desideri non si comprano.
Il denaro parzialmente può soddisfarli forse, ma non ci è di nessun aiuto per quanto riguarda imparare a generarli.
Ad un ragazzo che si trova in difficoltà a trovare la sua strada, che non riconosce il valore della cultura per la sua vita, o più modestamente che non ritiene pertinente ciò che gli viene raccontato a scuola, per lui poco servirebbe ascoltare l'ennesima predica.
Allora mi è tornato alla mente un episodio apparentemente insignificante accadutomi diversi anni fa. Dovendo fare un regalo natalizio ad un bambino, cercai in un negozio di pupazzi, un serpente a forma di anaconda.
Non sono mai stato molto abile ne paziente riguardo ai regali. Quella volta cercai proprio un pupazzo raffigurante quell'animale, e non un coniglietto, un gattino o un cagnolino.
Il motivo vero, è che sono sempre stato affascinato dal grande rettile, e forse inconsapevolmente proiettai quel desiderio nel dono che facevo ad un bambino.
Probabilmente ci comportiamo spesso così nei confronti dei nostri figli o dei nostri studenti, cerchiamo di immaginare cosa sarà utile per loro, convincendoci che ciò che abbiamo scelto è ciò di cui hanno veramente bisogno.
Il risultato di quel regalo, abbastanza originale fu sorprendente: il bambino sembrò apprezzare, il pupazzo era lungo e morbido, e invitava al gioco. Ma nei giorni successivi, e per parecchio tempo dopo, ogni volta che mi incontrava mi domandava: "sai qual è l'animale che mi piace di più ? E' l'anacondaaaa"
Era diventato un gioco, quasi un simpatico scherzo, il bambino aveva intuito forse prima di me, che quel regalo doveva soddisfare un mio desiderio ancora prima del suo.
I desideri non si comprano.
Si cercano, si creano e si fanno nascere. Il maestro Jannacci ci ha raccontato nelle sue canzoni, che spesso i più poveri ed emarginati hanno dei sogni meravigliosi, e che le difficoltà della vita non impediscono affatto di amare e di vivere con intensità i nostri desideri.
Lo ha fatto con quella sua maestria tutta particolare, capace di mischiare lo scherzo con l'apparente 'non sense', il tragico con l'allegria, la magia della musica con la profondità delle parole.
Lo ha fatto mostrando sempre di essere un pensatore libero, dai pregiudizi, dai facili conformismi, dalle ribellioni di facciata. Lo ha fatto mostrando di essere un antidivo, continuando a esercitare con scrupolo il suo lavoro di medico, nonostante la notorietà e le lusinghe del palcoscenico.
Allora mi riprometto di fare tesoro di questo esempio, cercherò di mostrare a chi me lo chiede, quali sono i miei desideri e le mie passioni, non pretendendo che debbano essere necessariamente i loro. Ma cercando di mostrare anche che la "via" non la si trova tra gli scaffali di un supermercato, e non si raggiunge diventando 'famosi'.
Non si diventa, si è. Tutto il resto: fuffa.
La mia principale professione, ormai da diversi anni è quella di insegnante. Ogni giorno non posso fare a meno di pensare, alla mattina, prima di recarmi a scuola, a come vedrei il mondo di oggi, se potessi magicamente ritornare agli anni della mia adolescenza, rivivere le ansie, gli scombussolamenti ormonali, i sogni di quei momenti della mia vita.
Uno degli ultimi pezzi, del grande maestro, inciso insieme a suo figlio e a un noto rapper inzia dicendo:
"desolato, anzi incazzato ...".
Un ultimo meraviglioso regalo, quasi un testamento, a voler riaffermare nonostante il passare del tempo, che apparentemente ha trasformato radicalmente il mondo in cui viviamo, della validità dei suoi sogni giovanili.
"... lo dicevo cinquant'anni fa e ci riprovo ancora, che forse è la volta buona ...."
Un anelito a non gettare via la propria vita.
Un chiedere scusa, ai giovani di oggi, se noi adulti, genitori, educatori o semplicemente persone che si fermano a riflettere sul futuro e sul passato, non siamo stati capaci di indicare concretamente e sinceramente la via per affrontare con il necessario vigore i problemi del nostro tempo.
E allora che fare ?
La via più semplicistica sarebbe quella di continuare a ripetere ciò che non si deve fare. Senza poter indicare ne un perché e nemmeno una via alternativa.
"Il fatto è .... Il fatto è .... che sempre allegri bisogna stare ...."
Il fatto è che .... che .... i desideri non si comprano.
Il denaro parzialmente può soddisfarli forse, ma non ci è di nessun aiuto per quanto riguarda imparare a generarli.
Ad un ragazzo che si trova in difficoltà a trovare la sua strada, che non riconosce il valore della cultura per la sua vita, o più modestamente che non ritiene pertinente ciò che gli viene raccontato a scuola, per lui poco servirebbe ascoltare l'ennesima predica.
Allora mi è tornato alla mente un episodio apparentemente insignificante accadutomi diversi anni fa. Dovendo fare un regalo natalizio ad un bambino, cercai in un negozio di pupazzi, un serpente a forma di anaconda.
Non sono mai stato molto abile ne paziente riguardo ai regali. Quella volta cercai proprio un pupazzo raffigurante quell'animale, e non un coniglietto, un gattino o un cagnolino.
Il motivo vero, è che sono sempre stato affascinato dal grande rettile, e forse inconsapevolmente proiettai quel desiderio nel dono che facevo ad un bambino.
Probabilmente ci comportiamo spesso così nei confronti dei nostri figli o dei nostri studenti, cerchiamo di immaginare cosa sarà utile per loro, convincendoci che ciò che abbiamo scelto è ciò di cui hanno veramente bisogno.
Il risultato di quel regalo, abbastanza originale fu sorprendente: il bambino sembrò apprezzare, il pupazzo era lungo e morbido, e invitava al gioco. Ma nei giorni successivi, e per parecchio tempo dopo, ogni volta che mi incontrava mi domandava: "sai qual è l'animale che mi piace di più ? E' l'anacondaaaa"
Era diventato un gioco, quasi un simpatico scherzo, il bambino aveva intuito forse prima di me, che quel regalo doveva soddisfare un mio desiderio ancora prima del suo.
I desideri non si comprano.
Si cercano, si creano e si fanno nascere. Il maestro Jannacci ci ha raccontato nelle sue canzoni, che spesso i più poveri ed emarginati hanno dei sogni meravigliosi, e che le difficoltà della vita non impediscono affatto di amare e di vivere con intensità i nostri desideri.
Lo ha fatto con quella sua maestria tutta particolare, capace di mischiare lo scherzo con l'apparente 'non sense', il tragico con l'allegria, la magia della musica con la profondità delle parole.
Lo ha fatto mostrando sempre di essere un pensatore libero, dai pregiudizi, dai facili conformismi, dalle ribellioni di facciata. Lo ha fatto mostrando di essere un antidivo, continuando a esercitare con scrupolo il suo lavoro di medico, nonostante la notorietà e le lusinghe del palcoscenico.
Allora mi riprometto di fare tesoro di questo esempio, cercherò di mostrare a chi me lo chiede, quali sono i miei desideri e le mie passioni, non pretendendo che debbano essere necessariamente i loro. Ma cercando di mostrare anche che la "via" non la si trova tra gli scaffali di un supermercato, e non si raggiunge diventando 'famosi'.
Non si diventa, si è. Tutto il resto: fuffa.
mercoledì 1 gennaio 2014
Auguri di fine Anno
Anche l'ultimo dell'anno è arrivato, festeggiamenti, auguri e ricordi.
Questo blog è nato per essere un luogo di raccolta di pensieri intimi e sinceri da pubblicare e condividere attraverso la rete più vasta mai concepita dall'Uomo.
Il pensiero va a tutte quelle persone che abbiamo amato e non ci sono più. A coloro che abbiamo conosciuto. Ma anche a chi ci ama, a chi lotta e a chi soffre.
La speranza è che l'augurio sia un modo per saper affrontare le sfide e imparare sempre di più ad aiutare chi ha bisogno.
Sono accompagnato nelle mie riflessioni da una persona straordinaria, che mi sta vicino e mi ama, che mi insegna ogni giorno a credere sempre di più in questi concetti, a farli diventare parte della propria anima e non solo parole scritte in un diario.
A tradurle in azioni concrete, l'amore verso il prossimo, verso tutte le creature viventi si esplica con un pensiero che si fa azione immediata, dirompente e contagiosa.
La poesia della vita, e la musica dell'amore condiviso, esibito e protetto. Dai pericoli dell'indifferenza e del cinismo che sono molto più pericolosi degli egoismi che a volte ci abbagliano.
Il pensiero positivo è contagioso e taumaturgico, se accompagnato dall'emozione che solo il saper donare ci può procurare.
Nulla può far star bene di più nell'aiutare qualcuno che non potrà ricambiare. Una frase celebre che trovo particolarmente utile in questi tempi spesso aridi di emozioni positive.
Non potevo esimermi dallo scrivere qualcosa di profondamente sentito verso la fine dell'anno che è appena passato.
Scrivere è un mezzo per ritrovare la creatività che ci permette di sopravvivere, l'ispirazione che ci consente di sentirsi parte di un progetto importante. Le idee possono nascere solo dal provare la gioia di amare e sentirsi amati
Questo blog è nato per essere un luogo di raccolta di pensieri intimi e sinceri da pubblicare e condividere attraverso la rete più vasta mai concepita dall'Uomo.
Il pensiero va a tutte quelle persone che abbiamo amato e non ci sono più. A coloro che abbiamo conosciuto. Ma anche a chi ci ama, a chi lotta e a chi soffre.
La speranza è che l'augurio sia un modo per saper affrontare le sfide e imparare sempre di più ad aiutare chi ha bisogno.
Sono accompagnato nelle mie riflessioni da una persona straordinaria, che mi sta vicino e mi ama, che mi insegna ogni giorno a credere sempre di più in questi concetti, a farli diventare parte della propria anima e non solo parole scritte in un diario.
A tradurle in azioni concrete, l'amore verso il prossimo, verso tutte le creature viventi si esplica con un pensiero che si fa azione immediata, dirompente e contagiosa.
La poesia della vita, e la musica dell'amore condiviso, esibito e protetto. Dai pericoli dell'indifferenza e del cinismo che sono molto più pericolosi degli egoismi che a volte ci abbagliano.
Il pensiero positivo è contagioso e taumaturgico, se accompagnato dall'emozione che solo il saper donare ci può procurare.
Nulla può far star bene di più nell'aiutare qualcuno che non potrà ricambiare. Una frase celebre che trovo particolarmente utile in questi tempi spesso aridi di emozioni positive.
Non potevo esimermi dallo scrivere qualcosa di profondamente sentito verso la fine dell'anno che è appena passato.
Scrivere è un mezzo per ritrovare la creatività che ci permette di sopravvivere, l'ispirazione che ci consente di sentirsi parte di un progetto importante. Le idee possono nascere solo dal provare la gioia di amare e sentirsi amati
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