lunedì 2 giugno 2014

Perché la cultura è importante


Perché la cultura è importante ?

Il termine non dovrebbe indicare soltanto ciò che si impara sui banchi di scuola, o in un ambiente accademico. Esiste una cultura formale, ben organizzata e riconosciuta ufficialmente e una informale. Tutto cià che impariamo durante la nostra vita attinge a queste due fonti. Ma la metafora termina qui, perché non si tratta di un liquido da travasare in contenitori vuoti, come appaiono talvolta i cervelli degli uomini.
L'intelligenza alla quale si abdica spesso e volentieri, si presenta troppe volte sotto forma di astuzia. Capacità di ottenere dagli altri, qualcosa, sentra troppa fatica, cercando delle scorciatoie a breve termine, per soddisfare un bisogno immediato, rinunciando a qualsiasi riflessione critica sui noi stessi e sul mondo che ci circonda.
Durante una chiaccherata con un' amica, madre di due figli maschi, il più grande dei quali in età adolescenziale, mi è stata posta la domanda da 100 milioni di dollari. Cosa posso fare per stimolare in mio figlio la curiosità, l'attenzione verso le cose importanti, per vincere quel perenne disinteresse che molti giovani della sua età spesso dimostrano ?
La questione è stata trattata da filosofi del valore di Ugo Galimberti (vedi "l'ospite inquietante: il nichilismo e i giovani - Feltrinelli Ed.") e da tante altre persone più esperte e competenti di me sull'argomento. Inoltre non ho avuto il privilegio ďi avere dei figli, quindi le mie riflessioni possono essere basate solo sulla mia esperienza di insegnante di scuola superiore.
La mia risposta immediata è stata quindi: "non lo so".
Ma immediatamente dopo, ha prevalso una considerazione che ritengo importante e che ha guidato la mia azione e tutta la mia strategia didattica. specialmente negli ultimi anni.
Si potrebbe riassumere nel principio "mai arrendersi". Dobbiamo provare di tutto, facendosi guidare dai nostri valori, da ciò che percepiamo come giusto ed efficace, dalle osservazioni attente del comportamento dei nostri studenti o dei nostri figli. Cercare di aprire a tutti i costi con loro un dialogo sincero e realistico, mai abdicando al nostro ruolo di educatori, ma cercando in ogni caso di uscire dai riti stereotipati della comunicazione tra adulto e adolescente.
Non siamo migliori di loro, ma solo depositari di un dovere, cercare di facilitargli il passaggio verso le mete dell'autonomia, dell'autostima e della libertà.
Proprio quest'ultimo concetto è forse fonte di cattive interpretazioni nella mente degli adolescenti, ma non solo loro.
Danno spesso per scontata questa condizione, non legandola ad alcuno sforzo necessario a meritarsela, mantenerla o conquistarsela.
Se la libertà intesa come la possibilità di fare ciò che ci pare senza alcun controllo, (interpretazione ovviamente superficiale e scorretta) fosse slegata dalla nostra capacità di comprendere il mondo, basterebbe poco per essere felici. Un bel po' di soldi ottenuti senza troppa fatica magari, per diritto ereditario, o magari percorrendo strade poco ortodosse, dense di pericoli e di violenza.
L'errore spesso si annida nelle premesse.
Un'osservazione molto acuta di un grande scrittore contemporaneo: Aldo Busi, recitava in un suo libro pressapoco così: "i desideri non si comprano". il denaro ci permette di esaudirli (a volte) ma non di crearli.
La curiosità, la passione, tutto ciò che ci spinge all'azione positiva, nasce dal nostro cuore, dal nostro cervello, dalla nostra intelligenza.
E' la cultura che può alimentarla. Conoscere, ci consente di poter scegliere, di comprendere ciò che vogliamo fare, ciò che mangiamo, ciò che respiriamo.
Ci consente di impedire che qualcuno scelga per noi. Di apprezzare e godere dei prodotti che potremo possedere e piano piano farci preferire essere, anziché avere.
Farci comprendere che se anche siamo adulti, e abbiamo ottenuto ciò che desideravamo, c'è ancora moltissimo da imparare.
Sempre.

P.S.
https://www.goodreads.com/book/show/7312831-l-ospite-inquietante
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