domenica 22 settembre 2013

LOPTIS Laboratorio Permanente di Tecnologia Internet per la Scuola

E' iniziata la scuola e nuove sfide mi attendono in questo nuovo anno scolastico. Un impegno più intenso dato dal maggior numero di classi e dalle ore eccedenti il mio orario canonico, che ho accettato consapevole dell'impegno richiesto.
Ho sempre creduto che la fatica dipenda dalla qualità di ciò che si fa piuttosto che dalla quantità.
Un maggior numero di alunni e di classi non è detto che si traduca in maggior fatica mi sono detto, dipende molto da come si imposta il lavoro, in particolare con le classi nuove e gli studenti incontrati per la prima volta.
A mio favore ci sono gli stimoli ricevuti frequentando il corso LOPTIS, rivolto sicuramente a insegnanti meno esperti di me, nell'uso di certe tecnologie, ma dove ho trovato spunti di riflessione che vanno molto al di la di ciò che si può apprendere concentrandosi solo sugli aspetti operativi della tecnologia.
In questo recente post
http://iamarf.org/2013/09/15/a-coloro-che-non-sono-sicuri-di-essere-pronti-loptis/
vengo citato per una mail molto intensa che mi è venuto spontaneo scrivere all'ideatore e conduttore del corso il prof. Andreas Formiconi dell'Università di Firenze.
Risposta non poteva essere più intensa, interessante e ricca di spunti per riflettere.
Consiglio vivamente a tutti gli insegnanti questo percorso, soprattuto a coloro che non si sentono molto a loro agio con la tecnologia o addirittura la considerano un pericolo o un freno al buon insegnamento.
Non si tratta infatti di stabilire se essere pro o contro l'uso degli strumenti informatici o di Internet, nella scuola e nell'insegnamento.
Ma di riflettere in modo nuovo su cosa significhi insegnare e apprendere oggi.
Dare corpo alle proprie riflessioni in un blog o crearlo per chi non lo ha mai fatto è uno dei compiti richiesti dal percorso LOPTIS.
Così ho iniziato questo anno scolastico con questa parola in mente: "riflettere". THINK
Cercherò di guardare di più gli studenti negli occhi, mi sono detto, non rinunciando per nulla alle esperienze nell'utilizzo della piattaforma Moodle, ma cercando nel metodo e nella passione, e non semplicisticamente nello strumento, la risposta a un bisogno che abbiamo tutti: studenti e docenti.
Quello di riflettere e migliorare.