domenica 30 giugno 2013

Epoca di silenzi

In mezzo a tutto questo frastuono, in realtà viviamo in un'epoca di silenzio.
E' Il rumore di chi parla per coprire la parola altrui, per affermare con prepotenza una visione del mondo semplice e pervasiva, senza ascoltare nessun'altra voce, nemmeno la propria.
La fretta di affermare e di dimenticare, l'assenza di ogni briciola di coerenza, totale offuscamento di progettualità.
Non resta che ascoltare le voci sommesse che corrono sul filo delle idee senza padrone, senza un apparente scopo pratico immediato.
Proprio per questo attrezzate per andare lontano.
Sono le parole che non hanno tempo, che non hanno nemici da abbattere o altre idee da confutare.
Che cercano un incontro, per volare insieme. Un abbraccio per suonare una melodia, un problema da affrontare a mente aperta.
Mancano forse i luoghi dove trovare ristoro dalla fatica del viaggio, aree protette dove poter rinascere.
Un'opera d'arte vive degli sguardi dei suoi ammiratori, Si nutre della parola di chi la cerca, così come la pianta che insegue i raggi del sole.
Un luogo dove non è possibile ascoltare i cinguettii degli uccelli è deserto. Il vociare dagli imbonitori riempie di sabbia gli spazi erbosi, convince le greggi ad imbarbarirsi, a inseguire il sogno di un consumismo non più sostenibile, fatto di prodotti sempre più noiosi.
Si cerca di guadagnare solo per sopravvivere o per circondarci di superfluo, riacquistare ciò che avevamo in abbondanza, ammantarci di ciò che ci può rendere visibili ma solo per un istante, senza accorgerci che ci stiamo guardando in uno specchio sempre più deformato.
E ci vediamo belli, in questo deserto di cemento.

giovedì 20 giugno 2013

Prima prova esame 2013: tema di Italiano

Tema
Aspettavamo Pirandello è uscito Claudio Magris

Svolgimento.

Siete proprio dei birboni li al Ministero. Avete scelto l'attualità pensando di sorprenderci, che non sapessimo chi è Claudio Magris e che fosse vivente e invece eccomi qui.
Chi sia non lo so, ma non importa. E' uscito e questo mi basta, ha scritto: 'l'infinito viaggiare', lo so perché lo avete scritto nella traccia.
Diciamo che si tratta di un romanzo autobiografico, di un viaggio in treno con le Ferrovia dello Stato. Non fatevi ingannare dal nome freccia rossa, parti ma non sai mai quando arrivi e soprattutto se arrivi.
Lo stesso è con suo cugino Italo, che non è cugino di Magris.
Montezemolo intendo, e chi non intenda in roulotte almeno.
Mentre viaggi rifletti, e se non sei uno specchio ti turbi, perché tutti ti guardano vedendo qualcosa d'altro
Ma la turbina che è in te non fa aumentare la velocità al treno. Vorresti magari guardare la tv mentre viaggi. L'accendi, ma il capotreno ti dice che non si può fumare, e così butti la carcassa abbrustolita dal treno.
Meglio un buon libro, apri quello di Claudio Magris, intitolato: chi è Magris ? Quello dell'infinito viaggiare. Narra di uno che viaggiava in treno e leggeva l'infinito viaggiare. il quale narra che, insomma ecco perché è infinito.
Riesci a uscire da tunnel quando finalmente la tv si accende di nuovo, è Fabio Fazio che intervista Magris, ancora. No il libro non lo voglio vedere, ridatemi la Litizzetto
Cerchi conforto nei giornali, scegli una testata a caso e ti capita uno con il casco, una botta così non l'avevi mai presa.
E' lo sport bellezza, sai che negli scontri aerei la testata è all'ordine del Giorno. Ma se avevi scelto il Tempo ?
Il Tempo che fu, si chiama da quando è stato sostituito dalla omonima testata elettronica, che fa molto meno male di quella fisica.
Ora si fa tutto al computer, a proposito non c'era il wifi in questo treno ? il wifi liberato dal recente decreto del governo del fare. Finta di Niente, e il pallone è in rete, tuona la vecchia tv abbrustolita.
Come se nulla fosse, la platea osanna il vincitore momentaneo della gara, ma gli astenuti sono moltissimi.
E i contendenti non riescono a mettersi d'accordo sul proseguio della tenzone, se il programma prevedeva un'altro goal di Niente, oppure lo spareggio ai calci.
Quelli che vorrebbero darvi gli elettori se solo riuscissero a individuare i giocatori. Continuano a scambiarsi la maglia e non si capisce da che parte corrano.
C'e' solo un'invasione di campo di invasati che gridano 'il pallone è nostro' e non giochiamo con nessuno.
Ma il padrone della squadra non si scompone: il pallone sarà vostro, ma l'arbitro è mio e pure tutta la squadra avversaria.
Insomma nemmeno lo sport può farci passare sto viaggio infinito. Una volta c'era uno si chiamava Decopertoni che diceva: l'importante non è vincere, ma ritirare il premio.
Adesso i giocatori il premio lo ritirano prima della partita.
Intanto il tempo è passato e il pomodoro anche. La fine del tema si avvicina ma la stazione no.
Vorrei anche io ritirare il voto prima della conclusione. Non quello che mi darete per questo tema da fuori di testa, ma quello che ho provato a dare in passato.
Ma ricordate sempre, saper giocare con le parole e con i loro molteplici significati a volte buffi, a volte metaforici, ci permette di vedere la vita sotto i suoi molteplici aspetti. A volte buffi  a volte tragici, ma non per questo meno seri di chi tenta di ripetere le ricette di altri, senza porsi domande e senza mai tentare di dare delle risposte.

mercoledì 19 giugno 2013

Investire in qualità

Sembra che in tempo di crisi economica, certe parole siano quasi bandite dai discorsi ufficiali e non.
Anche nelle conversazioni quotidiane il termine non pronunciato ma sempre presente nell'aria sembra essere quello di "sopravvivenza".
La cosa non dovrebbe suonare troppo strana in un paese dove la parola 'tiriamo a campare' è sempre stata molto popolare.
La cosa strana è che senza bisogno di essere grandi economisti o "opinion leader" di fama, ognuno di noi comprende che senza "qualità" non si può fare molta strada.
La storia dei grandi successi italiani nel mondo o le modalità del boom economico degli anni 50 e 60 sono senz'altro stati possibili sulla base di grandi qualità in campo tecnico, artistico e artigianale.
Le vicende politiche, finanziarie e sociali che hanno frenato questo processo possono essere tante e complesse da analizzare, ma un fatto mi sembra incontestabile: senza un impegno profondo  verso la "qualità" in ogni settore della vita civile, si potrà soltanto peggiorare una situazione già molto difficile.
Ma cosa è esattamente la "qualità" ? Come il termine 'intelligenza' questa parola denota qualcosa facile da capire ma difficile da definire. Così chi ne vuole abusare per nascondere una semplice verità può tranquillamente citarla senza avere la minima intenzione di cambiare nulla nel proprio modo di operare.
Possiamo parlare di qualità di un prodotto, ma anche di qualità della vita intendendo cose sostanzialmente differenti.
Potrebbe anche essere paradossalmente che in un caso desideriamo favorire produzione e consumo di prodotti più costosi, nell'altro ambire ad uno stile di vita più semplice, riscoprendo piaceri umani poco legati all'economia e di più alla vita.
Se tentiamo di unire il concetto sotto un unico ombrello non possiamo che giungere ad una sottile conclusione. Nel libro "lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta' l'autore fa compiere al protagonista un percorso lungo e impegnativo per comprendere  l'essenza della 'qualità'.
Alla fine la conclusione è: "la qualità è un processo".
E' il modo con il quale affronti una questione: non è il prodotto finale. E' un punto di vista metodologico questo , forse filosofico, ma non per questo poco concreto.
Anzi, in genere le riflessioni filosofiche apparentemente astratte se  sviluppate in modo critico e personale, calate nella propria storia e vissuto quotidiano, consentono cambiamenti effettivi della realtà che ci circonda. Stili di vita con 'i piedi per terra' ancorati alle cose materiali sono in genere scuse per rimanere intrappolati da queste, utilizzate per perpetuare se stesse piuttosto che i nostri bisogni reali.
Vi possono essere infiniti motivi per i quali qualcuno decide di intraprendere un'azione, o un progetto e lo stesso può valere per le omissioni spesso più devastanti nelle conseguenze delle azioni intraprese.
Investire nella qualità significa quindi reagire alle trappole delle cattive abitudini, quelle che non ci fanno vedere lontano e ci tengono ancorati ai nostri interessi più immediati.
Quello che occorre sforzarsi di comprendere è che senza rinunciare al sacrosanto diritto di ottenere le giuste ricompense per i nostri sforzi e le nostre capacità si può ottenere molto di più e in un tempo neanche troppo lontano.
La qualità consiste nel effettuare quelle azioni che sono necessarie, non solo per noi e bruciando il tempo necessario a portarle a termine come si deve, ma anche allo scopo di attivare le capacità di altri, in un moto di fiducia verso la creatività e intelligenza collettiva, tesoro spesso nascosto nella comunità alla quale apparteniamo.
Il nostro vicino, collega studente o anche concorrente non potrà beneficiare dei semi che spargiamo senza restituire in qualche modo ciò che ha ricevuto.
Dobbiamo tutelare tutti, compresa la nostra controparte dalle quali riceviamo le corrette ricompense per i nostri clienti e per noi.
Si dice ad esempio che in campo assicurativo, le tariffe spesso eccessivamente alte dei premi sono conseguenza delle numerose truffe perpetuate ai danni della compagnie assicurative.
Perché mai dovrebbe essere il danneggiato onesto a dover pagare le conseguenze delle malefatte altrui ? Ecco che un'attività di assistenza svolta con precisione metodologica, consente di aumentare i controlli sulle dinamiche dei sinistri tutelando adeguatamente non solo i danneggiati, ma anche le  compagnie.
Perché ci si dovrebbe in generale difendere dai presunti soprusi o inefficienze generando altra inefficienza ?
La qualità è un'attitudine, un metodo che andrebbe utilizzato sempre, indipendentemente dal beneficiario immediato di un'azione.
E' un atto di fiducia verso il prossimo, di apertura alle energie creative, un atto di ribellione al parassitismo.
Cerchiamo nei nostri vicini, le persone adatte a svolgere un certo compito con la giusta attitudine, senza puntualizzare eccessivamente su costi o tempi potrebbe essere la soluzione vincente in termini di qualità effettiva.
Non occorre rivolgersi ad una grande organizzazione per ottenere questo, anzi alcune volte proprio un gruppo snello e non legato a logiche di profitto ad ogni costo, può fornirci tutto ciò che abbiamo bisogno in modo maggiormente competitivo.
Riscopriamo l'artigianato, l'arte, le straordinarie capacità imprenditoriali che hanno fatto grande il nostre paese.
Basta guardarsi attorno senza ascoltare troppo i telegiornali. Scopriremo una infinità di ricchezze non adeguatamente inserite in un contesto in grado di produrre profitto economico.
Allora investiamo in qualità, piuttosto che ridurre semplicemente i consumi, frenati dalla recessione economica, aumentiamo la qualità del nostro agire, spesso non costa quasi nulla. Sono un cambiamento di prospettiva e di azione, in una parola: fiducia

domenica 9 giugno 2013

Le cose più importanti

Qualche giorno fa ho pubblicato una mia esternazione su facebook riguardante l'importanza di mantenere la capacità di sognare.
Un ringraziamento è giunto inaspettato e graditissimo:

"ogni cosa ha il suo tempo, la gioia, il dolore, la vita e l'amore, così anche il perdersi e il ritrovarsi... ma una cosa non ha tempo, non ha dimensione.. I nostri sogni... e oggi io voglio impormi di ricominciare a sognare ... Senza sogni non c'è più energia e io avevo perso i miei sogni...
... Grazie Giulio x le riflessioni che mi hai instillato nel cuore!!! Forse hai ragione.. E io torno a sperare..... ❤" Angela.

La dimostrazione matematica di una tesi: i sogni muovono il mondo, le parole anche, se sgorgano direttamente dal cuore di chi le pronuncia.

Mi sono allora chiesto cos'altro è importante nella vita ? Sarebbe facile rispondere: il denaro.
Chi potrebbe negare l'importanza di esso nella società attuale. Senza è un inferno. Ci diamo da fare come dei matti, la maggior parte dei casi onestamente, altre meno per poterne godere i benefici.
Cerchiamo di proteggere il futuro dei nostri figli, la nostra salute o cerchiamo conforto e refrigerio da una vita che sentiamo opprimente, meschina e noiosa.
Ma anche quando siamo abbastanza fortunati da poterne disporre a sufficienza o oltre le più strette necessità ci rendiamo conto che le cose che contano veramente sono altre.

Cosa allora, l'amore ?
osserviamo e assistiamo in continuazione alle conseguenze di rapporti finiti, ma anche forse mai iniziati, drammi familiari, modelli televisivi che mostrano situazioni che hanno poco a che fare con questo termine.
Viviamo situazioni nelle quali l'ipocrisia nasconde la realtà più autentica, si proiettano tutte le colpe verso qualcuno o qualcosa e si fugge in continuazione.

Cos'altro allora ?

Il senso dell'umorismo forse ? Ridere di se stessi e degli altri. Sdrammatizzare le situazioni, cercare con creatività l'assurdo, nella realtà e nelle parole.
Smontare come faceva il sommo maestro: Socrate, tutto ciò che riteniamo importante e invece non lo è affatto.
Avrei voluto incontrarlo, parlare con lui.
Rappresenta per me l'emblema del genio assoluto, colui che aveva capito prima di noi.
Che ci ha trasmesso senza scrivere una parola, tutta la saggezza della sua cultura e di coloro che ci hanno preparato la culla.

La cultura, ebbene si, eccoci.
Cos'è, dove si trova ? sui libri ? Negli ebook ? Dentro le LIM (Lavagne interattive multimediali) che stanno sostituendo a scuola le lavagne di ardesia e i gessi bianchi ? (Ma se il pc è spento cretino ! cosa speri di vedere sullo schermo luccicante ?)

Che sia dentro di noi allora ??
Nelle nostre azioni e nei nostri pensieri, nel coraggio di metterli a disposizione di altri, nei nostri scherzi e nella voglia di scherzare. Nella voglia di creare.
Con il gesso o con la LIM, nella voglia di esprimersi e in quella di condividere,
Nella necessità di provocare, di cercare l'assurdo, l'inaspettato, di non aver timore di essere giudicati: pazzi, visionari o semplicemente spettinati.
Apriamo i nostri cuori e le nostre menti.
Mettiamo alla berlina l'ipocrisia e la meschinità.
Liberiamoci e così libereremo altri come noi, scopriremo i tesori che possediamo.

Ecco forse è questa l'altra cosa importante: la libertà.

giovedì 6 giugno 2013

Lezione di fine anno scolastico

Oggi ultimi scorci dell’anno scolastico che sta per terminare.
Mi appresto a una delle ultime lezioni, devo terminare il programma con un argomento teorico che ho sacrificato preferendo affrontare esercitazioni in laboratorio durante quasi tutto il secondo quadrimestre.
La classe è di quelle spente, che non ha mai risposto a nessuno dei miei infiniti tentativi di avviare una discussione aperta e sincera e non semplicemente accademica. E quelli nulla, nemmeno una frase di circostanza, figuriamoci rispondere ad una domanda se non in modo meccanico e libresco.
Decido di concludere mettendomi al riparo da una critica possibile, non aver spiegato adeguatamente tutto il programma.
Ma nemmeno riesco ad iniziare il mio proposito, apro una pagina con una gran mappa concettuale.
Li provoco, non vi spiegherò l’argomento come si fa con i bambini. Vi ho messo un paio di dispense: leggetele. E se non lo volete fare, affari vostri. Vi do un consiglio fraterno però, se decidete di farlo non fatelo in modo meccanico e mnemonico. Non serve.
Cercate sempre di capire. La mappa serve a questo: ad orientarvi. Ma siete voi che decidete il percorso.
Sappiate che se non vi sorgono domande allora delle due l’una: o il materiale è banale e state perdendo tempo, o lo state affrontando con superficialità. Il che è lo stesso.
E ora fuori le domande.
Silenzio di tomba, occhi questa volta non persi come al solito,ma vivi. Bocca cucita.
E’ un buon segno dico fra me, sono stupito.
Allora affondo: bene non e avete ora chiederò ad ognuno di voi di intervenire. Ma non desidero domande esclusivamente accademiche, dovete parlare con il cuore oltre che con il cervello. Cercare l’emozione, il bello il brutto o il noioso. Esprimere ciò che pensate non soltanto su ciò che state vedendo con gli occhi. Cercate di guardare oltre quei simboli della mappa, le parole appiccicate alle frecce. Cercate le frecce non gli oggetti.
Poi dite ciò che vi salta in mente.
Miracolo, alza la mano la studentessa generalmente una fre le più 'perse', mi fa una domanda intelligente, riguardante la mappa. Segue a ruota un altro. Si intavola una discussione.
Non posso rispondere suona la campana.
Credo che sia il risultato più importante che abbia mai ottenuto durante tutto l’anno.
E non ho risposto.

sabato 1 giugno 2013

Pensieri semiseri su tempi grami

Ormai anche il pomodoro appartiene al passato.
Cosi' ha esordito il mio carissimo amico Fosco, in uno dei suoi ennesimi sfoghi su Facebook.
Già ho risposto: tempi strani questi: participi passati, condizionali, congiuntivi.
Il condizionale è d'obbligo: a un tizio hanno dato un anno con il condizionale. Deve scrivere ogni giorno per 365 giorni 'darei'.
Per il congiuntivo non c'e' più speranza ormai: se si studierebbe di più lo si parlerebbe meglio.
Tempi grami: per quanto riguarda la cultura si potrebbe passare alla coltura, basta solo una lettera in fondo. Una lettera nella quale si decide di coltivare un orto pieno di pomodori ma senza congiuntivi.
Assodato che il participio è la premessa alla semina nell'orto per arrivare al participio passato occorre molto lavoro.
Ma torniamo al presente. Cosa regalerò mai alla nostra amica per il suo compleanno. Sono già scivolato nel futuro. Forse un libro di grammatica da conservare fino al mio compleanno
Ho visto in funzione la macchina del Tempo. E' di un amico giornalista che lavora per l'omonima testata. Va però in giro sempre tutto fasciato In fronte. Anche questa è di Fosco, che è da un po' che non vede più Chiaro.
Quest'ultimo lavora per il resto del carlino, cioè per ciò che rimane del Carlino intero, dopo la testata.
La crisi si, è tutta colpa del congiuntivo economico, cioè della congiuntivite.
Altri tempi, dall'allegro ma non troppo, siamo passati, (ed ecco che riaffiora il passato) a: maledetto il giorno in cui ti ho votato.
Qui il tempo si ferma, si aspetta sempre il punto di incontro delle convergenze parallele.
Forse sarà l'ignoranza matematica che ci ha fregato ?