lunedì 7 luglio 2014

Esami di Stato 2014 - Colloqui finali


E' la fine

Sono terminati anche quest'anno gli esami di stato. Partecipo come ormai mi accade da diverso tempo in qualità di commissario esterno. Sono passati ormai molti anni da quella prima volta, quando evitai una multa raccontando al vigile che mi aveva fermato in zona pedonale, che ero un commissario in missione.
Ebbi la forza di non aggiungere "per conto di Dio" come fece John Belushi nel film " Blues Brothers" e me la cavai.
Alla prima riunione di insediamento della Commissione un attimo di panico, mancava il componente di Italiano, colui che avrebbe dovuto correggere una valanga di temi.
Era stato fermato all'ingresso della scuola scambiato per uno studente. 
Vestito tutto di arancione era stato poi dirottato verso l'istituto d'arte al posto che verso la scuola per ragionieri. 

Il giorno dopo si è presentato vestito tutto di bianco, lo abbiamo ritrovato dietro il bancone del bar dove lo avevano messo a distribuire gelati. Il terzo ha scelto il nero, ma è stato allontanato dagli studenti dicendo che portava sfiga.
Solo dopo quattro giorni lo abbiamo recuperato e si è messo al lavoro. 

Debbo ammettere che quest'anno tra i partecipanti della commissione non vi sono stati svenimenti ne attacchi isterici, segno che il nuovi corsi di meditazione zen, proposti dal nuovo governo Renzi hanno sortito gli effetti sperati. 
Se non si riesce ad aumentare il livello culturale degli studenti e nemmeno ad abbassare più di tanto quello degli insegnanti, rendiamoli almeno immuni agli effetti delle cazzate che sono costretti a leggere o sentire durante le prove.

Quindi quest'anno ho solo ricordi molto vaghi di ciò che ho sentito durante i colloqui. 
Alla prima domanda del prof di Italiano, durata circa mezz'ora, quando la presidente lo ha invitato ad essere più conciso, lui ha chiesto al candidato: "mi dica se è d'accordo oppure no con quanto ho affermato." E lui ha risposto boh. 
Tutte le tesine preparate dai candidati hanno fatto uso di mezzi multimediali, che consistevano in una diapositiva che veniva proiettata e mai cambiata al video proiettore e in uno sproloquio di 15 minuti recitato a memoria dai candidati infischiandosene sia del pc che di eventuali domande della commissione. 
Per farli smettere non bastava togliere la spina, bisognava recitare la frase magica "signori miei ...". Ce lo hanno insegnato ai corsi istituiti dal governo Renzi.
I colloqui alla fine sono terminati senza battute degne di un articolo da blog, a parte la domanda rituale del collega sul perché la "scapigliatura" si fosse diffusa soprattutto nelle città del nord, nessuno ha avuto il coraggio di rispondere " perché c'è più vento ". 

Diciamo quindi che si è trattato di un esame prudente, nel quale i candidati in difficoltà, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Come nei processi penali. E si sono tenuti lontani da facili battute, come sulla domanda del prof di diritto se il Presidente della Repubblica può essere rieletto. 
Siamo in un momento delicato signori miei, potrebbe essere l'ultima volta che si può scherzare su un esame di stato. 

Sta per sparire il Senato, ma non i senatori. Daranno i consigli per gli acquisti, immuni da ogni critica e soprattutto da possibili arresti richiesti dai pm.
In effetti non è possibile riflettere su queste cose durante un esame, soprattutto se non si chiama più di "maturità". Di maturo non rimane nemmeno la frutta, che passa direttamente dal congelato a marcia.
Se il desiderio espresso dai diplomandi, alla fine del colloquio è quello di continuare con gli studi universitari, giusto nel frattempo in cui si cerca un lavoro, siamo messi veramente male. Con una sola risposta sono riusciti ad esprimere ciò in cui veramente credono: al lavoro che non esiste e agli studi che non servono a niente.
Cosa gli vuoi rispondere ? Niente, anche perché la domanda l'abbiamo fatta noi. Cosa pensa di fare, nel futuro ?
E noi cosa pensiamo del futuro della nostra scuola e del nostro paese ? Continuare a fare domande che non attendono risposte, ma solo inutili narrazioni imparate a memoria ? Giusto per risparmiare sugli hard disk, colpiti dalle tasse preventive.
Ho sempre pensato che finché ci sarà cultura, ci sarà libertà, per questo temo che dopo le riforme costituzionali, proporranno quelle scolastiche. 
Dal porcellum all'asinellum.
Alla fine tutti promossi, come è giusto che sia. Chissà se alle prossime elezioni adotteranno lo stesso criterio. Stanno studiando le regole affinché si possano fare solo quando la maggioranza sarà quella desiderata.
Abbassiamo il quorum per comandare, come abbiamo abbassato il livello al quale dare la sufficienza.
Basta saper recitare qualcosa: un mantra qualsiasi. Signori miei.


Esami 2014 - tema di Italiano


Saggio breve sul dono


Intitolerei questa mia breve dissertazione: “c'e' poco da ridere”
Ci vuole proprio una bella fantasia per proporre questo tema ai giorni nostri, un po' come credere negli UFO.
Allora ho pensato di proporre un manualetto che illustri come accostarsi al dono nella nostra epoca.
Ecco un elenco di tipologie di dono consigliate.

1) Immobiliare
Acquistate una appartamento molto spazioso con vista sul Colosseo. Scegliete un ministro della repubblica e regalategliela, ma mi raccomando a sua insaputa.
La gratuità del vostro gesto avrà presto gli effetti sperati. Lui ricambierà inconsapevolmente, aiutando la moglie di un latitante accusato di mafia. E' l'amore che trionfa.

2) Ristrutturazioni immobiliari
Assoldate una squadra di operai edili bergamaschi e recatevi nottetempo in una abitazione di un vecchio leone leghista. Imbiancate, rifate i pavimenti,, ristrutturate tutto ciò che è possibile. Allontanatevi senza lasciare traccia del vostro passaggio.

3) Un regalo a tutti gli italiani
Fatevi eleggere presidente del consiglio dei ministri. Elargite 80 euro a testa per tutti gli italiani. Non dimenticatevi di eliminare qualche beneficio fiscale in modo da rendere quasi nullo l'effetto di questa manovra da prestigiatore.

4) Miracolo
E' il dono più impegnativo, occorre agire come Mosè quando divise le acque del mare. Per facilitarvi il compito togliete l'accento. A quel punto cercate di salvare Venezia, elargendo a piene mani buste piene di contanti ai politici di turno. Regalare denaro contante è contro lo spirito del dono. Ma vi assicuro loro non si offenderanno.

5) Al presidente della Repubblica
Particolarmente gradito sarà il dono consistente nell'impallinare ogni candidato possibile al Quirinale, assicurando così l'ennesimo mandato a Giorgio Napolitano. Si tratta di un dono “ad personam” al quale però vi saranno riconoscenti in tanti.

Si potrebbe continuare all'infinito a dimostrazione che gli italiani sono un popolo generoso e votato al martirio politico e sociale. Se non possono elargire in prima persona, allora votano qualcuno capace di farlo in loro vece e a loro insaputa.
O forse non vanno nemmeno a votare, perché tanto è sempre tutto uguale. Come dire: visto che il mondo è pieno di ladri, lasciate tutte le porte aperte e le chiavi nel quadro della vostra macchina quando parcheggiate.