martedì 26 aprile 2011

GTD e la gestione del tempo

Una tecnologia non é mai esclusivamente legata a delle macchine. Spesso é costituita soprattutto da una metodologia per affrontare determinate esigenze o problemi.
In questo caso l'ausilio di strumenti come ad esempio computer e software anche se utile, passa in secondo piano rispetto alla metodologia stessa e al modo di applicarla in contesti reali.
Un ottimo esempio che illustra questo concetto é costituita da metodo G.T.D. Acronimo di Get Things Done un sistema ideato da David Allen uno specialista aziendale di "gestione del tempo".
I Piu grossi clienti della sua società di consulenza, sono costituiti da manager, ma non mancano cittadini comuni e
persino un parroco era fra i partecipa dei tanti seminari e corsi che tiene in giro per il mondo.

La sua metodologia ha avuto infatti un successo a livello mondiale e i suoi libri tradotti in svariate lingue. Oltre al libro originale, 'ultimo libro é stato tradotto in italiano con il il titolo "Fatto e bene!".


Non c'e software per gestire appuntamenti o liste di cose da fare che non si ispiri in qualche modo alla sua "filosofia"
Uno dei principi su cui si basa é la costatazione che ogni impegno,attività, scadenza o semplicemente idea che assumiamo nella vita quotidiana, se non viene immediatamente registrata su un supporto fisico esterno alla nostra mente, causa ciò che l'autore definisce "open loop" ossia carico e preoccupazione spesso inconsapevole fonte di grande stress.

In particolar modo quando questi carichi si accumulano durante la giornata causando grande dispendio di energie fisiche e mentali. Che verranno sottratte alla creatività e alla fantasia.
Grande merito di quest'approccio e' infatti il tentativo di conciliare armoniosamente ordine ed efficienza ossia ciò che chiama controllo con la "prospettiva" ossia la capacita creativa di uscire fuori dagli schemi consolidati per trovare soluzioni innovative ai problemi e alla propria vita.

Giulio Falco http://www.angolodelprof.org

giovedì 14 aprile 2011

Deliri

Il resto
Il resto del Carlino
Il Carlino é un bel cane
Il cane della pistola fumante
Fumare fa male
Il Male era un giornale satirico
Anche il resto del Carlino é un giornale
Carlino
Resto. 
Carta, ancora, resto. Ho fatto 19 io 21 Black Jack.
Asino Nero
Asino chi legge
La legge non é uguale per tutti evidentemente
Perché c'è chi legge e chi non legge, c'è chi può e chi non può.
Io può. Possi potetti tetti e tette
Te possino
Insomma da dove eravamo partiti ? Dalla partita ? Dal resto. Che ci resta ?
Non ci resta che ridere
Perché piangere e già stato usato nel film di Troisi.
Il resto di che ? Della vita e della vite e dell'acqua vite
Facciamocela bastare per favore.

lunedì 4 aprile 2011

specializzazione o cultura?

Sembra di vivere in una societá sempre piú specializzata, ma é proprio vero?
A scuola, nel rapporto quotidiano con i protagonisti di domani sembra di vivete una battaglia persa.
Persone sempre piú svogliate, prive di obiettivi e motivazioni, passive nei confronti di ció che gli si va proponendo o nel migliore dei casi, guidati da uno spirito utilitaristico.
Nel preparare la prossima lezione, mi chiedo peró se davvero la nostra societá si sta avviando verso una specializzazione sempre piú spinta.
Ragioniamo un attimo: nella societá dei nostri padri e dei nostri nonni un giovane si preparava alla vita lavorativa con un percorso scolastico ben preciso, seguito da un apprendistato.
Si preparava per tipo di studi, per estrazione sociale, o per aver appreso un'arte o un mestiere ad una vita relativamente stabile una volta introdotto nella realtá lavorativa.
Gli bastava conoscere bene il proprio mestiere per poter contare su un futuro abbasta prevedibile.
Se non é specializzazione questa! !
Anche se il livello di conoscenze e di possibilitá é aumentato considerevolmente ai giorni nostri,le necessitá del sistema formativo e del mondo produttivo segue delle logiche compketamente opposte alla iper specializzaziobe. Continua.