mercoledì 17 giugno 2015


Esami di Stato 2015

Non si chiamano più esami di maturità, lo volete capire o no ?!

Prova di Italiano

Scegliere fra le seguenti tipologia di prova:
A- Saggio Breve
B- Saggio Brevissimo
C- Non molto saggio e quasi istantaneo, praticamente fischiettate ciò che intendete comunicare
D- Analisi del testo
E- Cestinare il testo o costruire aeroplani di carta con il testo
F- Articolo della gazzetta dello sport
G- Articolo IL
H- Quel che ti pare: cantatela e suonatela
basta perché non mi ricordo più le lettere dell'alfabeto

Commentare il seguente testo: Italo Cavino i sentieri di nidi di ragno
A volte il fare uno scherzo lascia un gusto amaro. Pin si trovava solo a giocare nei vicoli ...”
SVOLGIMENTO
Il commento continua citando altre 8 pagine di testo, che tralascio perché è già tanto che ho letto queste due righe. Figuriamoci poi se ho letto il libro, a me i ragni hanno fatto sempre schifo.
Se poi per scherzo metti un ragno nel panino del tuo compagno, certo che lascia un gusto amaro. Più che altro quello si incazza come una vipera.
Ma poi, lasciare il pin, in giro, incustodito. Non è che sei un po' pirla ? Come dicono a Genova pirla, noi a Milano diciamo pirla.
Cosa significa la frase 'nebbia di solitudine gli si condensa nel petto ?'
Qui a Milano di nebbia ce ne intendiamo, ma non ci sono più i nebbioni di una volta. Ma a Genova ? Li, sono talmente tirchi, che piuttosto che offrire da bere a qualcuno, preferiscono tornare a casa da soli, e poi si perdono nella nebbia.
E poi copriti no ! Vai a risparmiare sull'abbigliamento e poi ti inzuppi il petto
Insomma anche quest'anno mi tocca cimentarmi nella prova di Italiano, e in un tema ridicolo. Sarò la decima volta che ripeto gli esami. Nonostante tutti i miei sforzi, ogni anno mi rivogliono. Non perché cerchi di essere promosso, tutt'altro.
Ma non mi riesce mai di farmi bocciare. Forse perché sono commissario ?
Dovevi pensarci prima mi dicono.
Ma prima quando ?
All'asilo, era lì che dovevi mandare subito a quel paese (eri ancora educato allora, e non conosscevi espressioni più dirette) la suora.
Ha ragione il mio amico Osvaldo. Oggi bisogna essere maleducati: è la moda.
E smetterla di cercare le radici quadrate. Se hai già perso le tue radici, cosa te ne fai di una quadrata ? E come fai a scrivere sciocchezze se sei quadrato ?
Ma torniamo al tema, dei nidi. Ma cosa erano, ragni volanti ? E spiderman dove va a fare il nido, in un attico ?
Io comunque al ragno preferisco la vespa. Almeno posso andarci in giro.
Comunque per concludere la mia analisi, in modo che il saggio rimanga breve, altrimenti la SIAE mi fa pagare un casino: questo Calvino, deve essere stato molto stressato per aver perso i capelli da piccolo. Lo chiamavano tutti Calvino per quello.
Aveva la fobia dei ragni di sicuro, ma poiché si divertiva a farli cadere nelle scollature delle ragazze, per godere nel vederle strillare come delle ossesse, beh: aveva sicuramente bisogno di materia prima.
Per questo andava a cercare i nidi: per rifornirsi.

lunedì 9 marzo 2015

Do your best

Do your best
Do the right thing
Show other people we care

    J.A. Hoge

Sii prudente col la parola
Non generalizzare
Non prenderla sul personale
Fai del tuo meglio

   I 4 accordi

Un'estate a Lambrate

AMBRATELA questa stazione. Il partito d'azione staziona, ma non va. Ma va !
Il treno fischia, il vento, la tempesta. Fischia ma le passeggere non si voltano.
Sono mode le passeggere, tempeste tempestate di telefonate, inarcano le sopracciglia e si imbarcano con un bell'arcano.
Fino a che non viene scoperto.
Ma ci vorrebbe una dritta, perché non basta una bitta.
Il boma ruota attorno all'albero ma non trova il posto giusto per fare pipì.
Milano è il posto giusto per andare a vela in effetti. La torre velasca è li per quello. E senza effetti nemmeno il prete canta messa. Figuriamoci in banca.
Sotto la banca la capra crepa, sopra la banca uguale, specialmente sotto Pasqua.
Solo dentro si respira un pochino. Con tante scuse, ma qui il contante lo devi su dare.
Solo il bancopaz di può dare qualcosa ma solo se hai il pin. E la carta ha il chip. Se hai lo smarte phone e la smart card ed è il tuo smart day.
Altrimenti scopri che sei pirla.
Non c'è più posto ahinoi per la stupidera, quella che ti faceva ridere a crepapelle per le capre che vivevano sopra le panche ma stramazzavano sotto. E fatele un po' più alte ste panchine.
Ora c'è solo la normalità della stupidità.
La tristezza dell'ignoranza supponente, quella filosofia secondo la quale e senza la quale si rimane tale e quale.
Un albero che fischia, la passeggera che tempesta, Il boma che fa pipì. Mi che vado a vela a Milan
Basta tirare fuori il fazzoletto in una giornata ventosa, il motore si spegne da solo, tanto non c'è più benzina.
E la barca si immacchina.
E via di bollina che è una gallina bollita.
Come il cervello al sole afoso di agosto a Lambrate, che non è agosto ma luglio. Perchè c'è il mese legale, non l'ora legale.
Adesso è agosto, così' a settembre non c'è nessuno sulle spiagge e le scuole ricominciano a ottobre, come una volta.
Insomma un papa ha modificato il calendario e non possiamo farlo noi. Volevo metter il punto di domanda, ma me l'hanno censurato.
Vogliamo l'estate a gennaio.
In tempo reale, come il marito della balena con l'arco.
Un arcobaleno dopo il temporale
Seguite la freccia. Se vi porta al cuore allora era Cupido. Se vi porta in centro allora era un segno fuori dal comune. Perché dentro il Comune non lo vedeva nessuno.
Il sindaco intanto celebra il matrimonio con la formula di rito: vuole lei sig. Rino, rinnovare l'assicurazione ?
Dica SI SI, oppure SI SI SI basta che rinnovi
aggiunga un po' di flessioni,  il moto Rino è salutare. Saluta Rino.
E lei signora Pina, vuole diventare l'assicurazione vita del Sig. Rino Ceronte, residente in via d'estinzione ?
Finché Equitalia non vi separi ?
Dica però però
Ancora ? L'ancora l'abbiamo buttata e abbiamo smesso di andare a Vela, oggi andremo a Velate. Un paese vicino a Usmate. C'è un profumo, altro che a Lambrate.
E smetteremo forse di raccontare minchiate. Ma spero anche no.

venerdì 2 gennaio 2015

Una buona lettura

Ho appena finito di leggere un libro che mi ha colpito molto.
"L'ora di lezione" di Massimo Recalcati.
Ecco la mia recensione pubblicata su GoodReads un ottimo social network dedicato alla lettura:

L'ora di lezione: Per un'erotica dell'insegnamentoL'ora di lezione: Per un'erotica dell'insegnamento by Massimo Recalcati
My rating: 5 of 5 stars

Un libro bellissimo, che ogni insegnante dovrebbe leggere. O forse no. Seguendo un po' ciò che il testo mi ha comunicato, forse senza dirlo esplicitamente è che anche i libri forse sono come i maestri.
Devono essere amati, perché riconosci il loro chi di ha acceso il fuoco del desiderio. Quello di conoscere.
Quale miglior e coraggioso termine poteva inventarsi l'autore per descrivere in una sola parola il concetto fondante del testo: erotica dell'insegnamento.
Mi sono ritrovato leggendolo più nel mio ruolo di insegnante che di allievo. Tutti i miei tentativi di accendere quel fuoco, le derive verso le illusioni del cognitivismo esasperato e della iper tecnologia. O le stanchezze che ti portano ad essere assente anche se sei presente. E i successi, quando per merito, fortuna, energia o chissà riesci ad ottenere successi insperati. Li senti e li percepisci, anche se non puoi misurarli.
E si riflette anche sul essere stati allievi, sui nostri maestri, cosa ci ha colpito di loro, cosa ci hanno lasciato.
Ha proprio ragione l'autore, colui che considero il mio maestro nella materia che insegno, non ha mai fatto una sola ora di lezione in mia presenza. Con lui non ho sostenuto alcun esame. Ma dal primo giorno che l'ho incontrato e l'ho sentito parlare, mi ha lasciato una impronta indelebile, che ha segnato per sempre, il modo con il quale considero la mia materia. Ho percepito freschezza, gioia della novità e della scoperta, amore per il sapere, in qualsiasi forma o di qualsiasi tipo.
Ho apprezzato molto in questo libro l'esplicita ammissione che le tesi esposte non dipendono dal tipo di materia o cultura che si insegna, che sia letteraria o scientifica. E nemmeno una condanna acritica della tecnologia. Piuttosto un sottolinearne i limiti e le motivazioni di questi limiti. Non escludendo quindi in assoluto di poterne fare buon uso. Ma questa è una mia riflessione personale.

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