sabato 1 giugno 2013

Pensieri semiseri su tempi grami

Ormai anche il pomodoro appartiene al passato.
Cosi' ha esordito il mio carissimo amico Fosco, in uno dei suoi ennesimi sfoghi su Facebook.
Già ho risposto: tempi strani questi: participi passati, condizionali, congiuntivi.
Il condizionale è d'obbligo: a un tizio hanno dato un anno con il condizionale. Deve scrivere ogni giorno per 365 giorni 'darei'.
Per il congiuntivo non c'e' più speranza ormai: se si studierebbe di più lo si parlerebbe meglio.
Tempi grami: per quanto riguarda la cultura si potrebbe passare alla coltura, basta solo una lettera in fondo. Una lettera nella quale si decide di coltivare un orto pieno di pomodori ma senza congiuntivi.
Assodato che il participio è la premessa alla semina nell'orto per arrivare al participio passato occorre molto lavoro.
Ma torniamo al presente. Cosa regalerò mai alla nostra amica per il suo compleanno. Sono già scivolato nel futuro. Forse un libro di grammatica da conservare fino al mio compleanno
Ho visto in funzione la macchina del Tempo. E' di un amico giornalista che lavora per l'omonima testata. Va però in giro sempre tutto fasciato In fronte. Anche questa è di Fosco, che è da un po' che non vede più Chiaro.
Quest'ultimo lavora per il resto del carlino, cioè per ciò che rimane del Carlino intero, dopo la testata.
La crisi si, è tutta colpa del congiuntivo economico, cioè della congiuntivite.
Altri tempi, dall'allegro ma non troppo, siamo passati, (ed ecco che riaffiora il passato) a: maledetto il giorno in cui ti ho votato.
Qui il tempo si ferma, si aspetta sempre il punto di incontro delle convergenze parallele.
Forse sarà l'ignoranza matematica che ci ha fregato ?

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