Viviamo il tempo di una nuova era, passata ormai la boa del nuovo millennio i problemi che assillano la nostra vita sembrano sempre più pressanti e gravi, e noi stessi come individui e società intrappolati da un meccanismo incapace di tirarci fuori da questa sensazione di decadenza.
Una degli elementi caratterizzanti l'attuale società occidentale è la rapida espansione e affermazione delle ICT "Information and Communication Technology" cioè quella cosa che fino a poco tempo fa chiamavamo informatica.
Dove sta la differenza ?
Se paragoniamo l'avvento della scrittura e in particolare l'introduzione della stampa alla diffusione dell'informatica, vediamo che la trasformazione sociale e culturale indotta è costituita fondamentalmente nell'espansione dell'identità individuale, che è andata sostituendo gli antichi e arcaici schemi organizzativi.
Oggi quindi per continuare il parallelismo, dopo una prima fase di alfabetizzazione informatica, nella quale il pc ha sostituito la macchina da scrivere, siamo entrati in una nuova era. La presenza individuale si espande consentendo l'occupazione di spazi fino ad ora impossibili. Da fruitore passivo di informazione, attraverso i mass media, l'utente grazie allo sviluppo della rete puo esercitare una presenza e un'influenza diretta sulla organizzazione sociale, economica e politica.
Se è vero che i sistemi di vendita e marketing si adeguano a questa nuova situazione è anche vero che il controllo che possono esercitare è per forza di cose sempre più indiretto.
Cosa occorre fare per essere o diventare a pieno titolo un vero cittadino dell'era digitale ? Una persona 2.0 per usare una metafora utilizzata per descrivere il web attuale ?
Da qui la necessita di fornire qualche suggerimento dettato dal buon senso.
1- Il supporto primario dell'informazione è elettronico, non più cartaceo.
Se è vero che siamo sempre circondati da carta, quest'ultima viene prodotta a partire da contenuti digitalizzati e non viceversa. Ciò significa che il cittadino 2.0 produce le sue informazioni direttamente in formato elettronico. I mezzi da utilizzare sono diventati pervasivi, il pc ha perso il ruolo di centralità, utilizziamo smartphone, tablet, laptop e in ogni caso dovunque ci troviamo possiamo accedere alla rete, utilizzando dispositivi a portata di mano.
2- Siamo "always on", perennemente connessi.
Non ha più senso nemmeno chiedere di connettersi alla rete per comunicare e condividere. E' un fatto ormai che dobbiamo considerare assodato. Un dispositivo isolato dalla rete è praticamente inutile.
Questi due punti insieme portano ad una importante conseguenza: si comunica in tempo reale e ciò significa che si catturano eventi, informazioni ed emozioni nel momento stesso in cui accadono.
3- in questo scenario non solo i computer non possono rimanere isolati, ma tanto meno le applicazioni software. Quest'ultime devono essere agili e veloci e consentire uno scambio immediato dei dati prodotti con tutte le altre applicazioni.
Non è più questione di apprendere il funzionamento di un programma particolare, e magari accorgerci dopo tanta fatica e frustrazioni che non solo lo sfruttiamo si e no, al 10% delle sue possibilità, ma che magari hanno cambiato la versione del software e ci troviamo con la stessa sensazione di smarrimento di prima. Non significa nemmeno che dovremo imparare decine di programmi in funzione dell'uditorio a cui ci rivolgiamo o dello scopo che ci prefiggiamo.
L'attuale trend e promessa dell'ICT è che possiamo finalmente concentrarci sui contenuti ossia sui nostri dati e sulle nostre informazioni e rimandare a momenti successivi le altre questioni.
Le applicazioni da una parte abbondano e dall'altra si semplificano, perchè devono servire le nostre esigenze di registrazione e condivisione e non viceversa.
Se quindi ci troviamo nella necessità di produrre del contenuto, sia che si tratti di parole, fotografie, video o schemi potremo farlo nel modo più diretto e veloce possibile, una volta sola e senza preoccuparci troppo riguardo a dove memorizzare il tutto e che utilizzo farne nell'immediato.
Mediante l'uso di sistemi di condivisione potremo disseminare velocemente il nostro contributo riutilizzandolo nel modo che riteniamo più opportuno, a livello privato come pubblico.
Il nostro patrimonio di informazione diventerà parte della nostra identità e la modalità con cui utilizzarlo ed eventualmente condividerlo verrà scelta di volta in volta.
4- La modalità stessa con cui descrivere o intervenire su una qualsiasi questione cambia, poiché diventa possibile riferirsi direttamente alle fonti, mediante link diretti alle risorse documentali, non più quindi semplici osservazioni ma vere e proprie elaborazioni collettive, in cui la propria personale visione del mondo si confronta direttamente con le risorse disponibili sulla rete.
Non possiamo più permetterci di paralre di cose che non conosciamo, perché possiamo sapere e dobbiamo far sapere. I fatti separati dalle opinioni ?
Non si tratta di questo, perchè anche nel semplicemente riportare una notizia o supportare con dei documenti una descrizione, mettiamo in gioco la nostra personale visione delle cose. E' la nostra storia e il nostro futuro che ci guidano. Ma possiamo farlo in prima persona, senza nasconderci e senza tirarci indietro rispetto a ciò che ci circonda. Non più semplici e passivi osservatori dunque, incapaci della benchè minima influenza sugli avvenimenti, ma attori capaci di comunicare con chi ci circonda; non più limitati dai confini fisici e geografici, e nemmeno dalla censura indiretta costituita dall'accesso ai mass media, preclusa alla maggior parte dei cittadini..
Il nostro palcoscenico diventa così il nostro vicino, del quale magari non conosciamo il volto ne la vera identità ma possiamo avvicinarci ugualmente alle idee o ai sui ideali se ne possiede.
5- Le dimensioni dell'informazione cambiano le nostre prospettive ed abitudini.
Non dobbiamo aver più timore della capacità di memorizzazione, perchè la rete è un contenitore potenzialmente infinito.
Con l'aumentare della possibilità di produzione aumenta però la tendenza a produrre spazzatura. É quindi indispensabile acquisire il prima possibile dimestichezza con i meccanismi di classificazione mediante tag. Classificare una risorsa significa farla sopravvivere, poiché se non sapremo eliminare in prima persona l'informazione inutile, non appena riconosciamo che é tale, ci penserà il tempo, il fatto che nessuno la utilizza o la marea di nuovo materiale che ne cancellerà l'identità.
Resistere quindi all'abitudine di non produrre, se non con attenzione e pianificazione. Come quando si scattavano fotografie con i costosi rullini fotografici e ogni scatto era ponderato con attenzione. Nell'era del digitale possiamo fotografare tutte le volte che qualcosa colpisce la nostra immaginazione, ma solo con la marcatura e la condivisione potremo sottolineare adeguatamente i risultati significativi. L'abbondanza di spazio e la velocitá possono essere una grande opportunità a patto di utilizzarli a favore della creatività e non della pigrizia.
6- la ritrosia nel condividere il frutto del proprio pensiero e della propria creatività lascerà il posto alla consapevolezza delle enormi possibilità offerte dalla rete. Le licenze Creative Commons tutelano molto di più il pensatore libero, rispetto a delle norme nate per tutelare pochi affermati autori. La propria identità culturale é il frutto di quanto riusciamo a dire e a chi.
Scambiare le opportunità di diffusione e condivisione della rete, con semplici meccanismi di trasmissione e di marketing significa non avete colto il nocciolo della questione.
In una dimensione in cui il fruitore dell'informazione si confonde con l'autore perché in ogni caso é libero non solo di seguire ma anche di criticare o interloquire, il "pericolo" della copia diventa un non problema ma altresì un'occasione. Il vero pericolo é il silenzio, l'indifferenza. Il vuoto.
La cassa di risonanza sono tutti coloro che possono vibrare insieme a te, per le stesse emozioni o sugli stessi problemi. Nessuno riuscirà a rubare la tua anima, replicando le tue parole, come i primi colonizzatori non rubavano l'anima degli indigeni semplicemente fotografandoli.
In conclusione vivere con stile 2.0 significa apprendere l'utilizzo dei nuovi strumenti della rete, rivedendo abitudini e metodi in funzione di una maggiore propensione alla creatività e alla condivisione.
I tecnicismi specializzati e orientati ad un particolare strumento o funzione lasciano il posto ad una serie di diversificate abilitá tecnologiche. Orientate ad un utilizzo sinergico di una pluralità di strumenti, di cui si conosce attraverso l'uso diretto il fine o meglio lo spirito, che potrà essere adattato alle proprie necessitá o addirittura reiventato se occorre.
E con questo la capacitá di adeguarsi rapidamente ad ogni cambiamento organizzativo o personale.
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