giovedì 12 gennaio 2012

Interrogazione orale di Informatica

Un recente dialogo con una studentessa in difficoltà con svariate materie mi ha stimolato una riflessione: viviamo in una società che rispetto al passato è più concreta o più astratta ?
Preciso meglio: oggi sembra prevalere nell'immaginario collettivo e nella percezione di molti, l'idea di un periodo, nonostante la crisi economica in atto, sempre più proiettato verso il consumo di prodotti, l'attenzione agli oggetti, al possedere piuttosto che all'essere e così via.
Rispetto al passato valori culturali o etici, l'amore per l'arte o la passione per il sapere, la curiosità fine a se stessa, sembrano reliquie appannaggio di pochi visionari e nella stragrande maggioranza dei casi lusso per pochi.
Gran bei discorsi che tali rimangono appunto, confinati nei salotti, nel lavoro come nel divertimento ciò che si cerca è qualcosa da possedere, toccare o vivere per un momento, un divertimento fisico o corporeo ma soprattutto nulla di astratto o che richieda immaginazione, fantasia o preparazione per poter essere consumato.
E' la società dello spettacolo e ludica che ha preso il posto di quella industriale, da miracolo economico anni 60. Orientata alla concretezza degli oggetti da possedere o dagli “status symbol” da esibire.
Ma è proprio così ?
Se la si pensa diversamente allora significa appartenere ad una ristretta cerchia di artisti visionari o forse ipocriti mentitori ? (o peggio da irriducibili comunisti)
La riflessione prende spunto da alcune parole pronunciate dalla studentessa nel momento in cui le ho chiesto di parlare, se voleva, delle origini delle sue difficoltà.
La prima risposta è stata l'osservazione dei voti scarsi che ottiene nelle prove rispetto a quelli della sua compagna di banco, cosa che la porta a demorallizzarsi.
Ecco: il voto è l'obiettivo concreto da raggiungere. Il resto non è così importante, o almeno poco influenzabile dai discorsi con cui potevo replicare.
Invece visto che era appena terminata l'interrogazione orale, le ho risposto: lo vuoi un nove sul libretto ? (le avevo da poco comunicato il voto: 6 e mezzo) Parlo seriamente.
Mi guarda con occhi un po' stralunati e un po' furbeschi. No, risponde.
Perché, replico io ?
Perché non lo merito !?
Ohibò, non voleva diventare una predica sui meriti o sulla correttezza, la mia provocazione. Continuo.
Semplicemente le chiedo, quali sono i nostri veri obiettivi, i nostri più intimi desideri, ciò che desideriamo davvero raggiungere ?
Ciò che ci viene suggerito dalla pubblicità o dalla tv o ciò che crediamo davvero importante ?
Un oggetto si può acquistare, magari con un certo sforzo economico e forse ci renderà felici, ma solo per un po'.
Un traguardo che cerchiamo di raggiungere, ci renderà felici per sempre.
La nostra epoca e la nostra società non è più concreta di un tempo ma al contrario più astratta. I valori che contano, sono la competenza, la flessibilità, la capacità di pensare in modo sistemico e sostenibile. Rispettando l'ambiente e i vincoli imposti dalla natura non solo dagli altri uomini, o dai paesi emergenti.
La nostra è un'epoca di sfide, ci serve determinazione, fantasia, conoscenza e capacità di realizzare idee visionarie e innovative.
La formazione è un percorso, un viaggio, magari duro e faticoso a volte, ma anche stimolante e divertente. E' lo sforzo di costruire dentro di noi dei valori astratti ma più potenti di qualsiasi oggetto materiale.
Ogni miglioramento anche piccolo in questa direzione, sarà inalienabile, un nove su un libretto poco meritato sparirà presto dalla memoria, l'inadeguatezza a fronteggiare situazioni o opportunità per mancanza di competenza sarà qualcosa che rimarrà e si farà sentire pesantemente nel futuro.
L'energia potenziale costituita invece dai nostri traguardi e dai nostri successi, piccoli o grandi, riconosciuti ufficialmente da qualcuno o strettamente intimi e privati, rimarranno per sempre cambiando il nostro atteggiamento verso il mondo e i problemi, migliorando al capacità e il desiderio di acquisirne altri, rendendo la nostra vita più felice e rilassata.
Ciò che ci ha fatto crescere in definitiva non è nulla di concreto, è un sogno che abbiamo covato, un'immagine astratta scaturita dai nostri pensieri, mentre affrontavamo un problema, portavamo avanti il nostro lavoro con diligenza, ascoltavamo e osservavamo gli altri per carpirne qualche segreto. I nostri maestri spesso sono i nostri allievi e viceversa.
Mentre accarezzo queste idee, immagino il mondo di domani, colmo di sorprese, alcune piacevoli e altre meno carine, nel quale quasi di sicuro troveranno posto confortevole coloro che sanno accettare le sfide, che sanno adattarsi alle situazioni nuove, che sanno creare apparentemente dal nulla soluzioni e strategie appropriate.
Sono i maghi del nuovo millennio, prestigiatori del conscio e dell'inconscio, coloro che comprendono e assimilano velocemente nuove modalità, nuove lingue e nuove culture.
Ci avviamo verso una società astratta, ma che farà delle idee una fonte di energia potenziale inesauribile a basso costo e a basso impatto ambientale.
Studia e impegnati per realizzare il sogno le dico. Non pensare al voto.

2 commenti:

  1. Purtroppo la maggior parte delle persone cerca ancora il pezzo di carta con il voto da presentare come curriculum.
    Impegnarsi per realizzare il sogno e non pensare ai voti equivale a guardare avanti, verso la vita che arriva.
    Un nove sul libretto è un Successo, passa velocemente; muore.
    Bellissima questa interrogazione.

    RispondiElimina
  2. Sono passati solo 9 anni (sigh) da queste riflessioni e da questo commento. E le cose non sembrano migliorate, da questo punto di vista, anzi. Ma continuo a pensarla nello stesso modo, per le stesse ragioni

    RispondiElimina