mercoledì 9 febbraio 2011

Una questione di metodo: il lavoro collaborativo

CONDIVISIONE

La propensione a concedere libero accesso ai propri contributi

COORDINAMENTO

rispetto di convenzioni e regole condivise nello svolgimento della propria attività
=

COOPERAZIONE

attività svolta in funzione del raggiungimento di obiettivi comuni.

Nelle ultime mie lezioni, ma soprattutto nei piú recenti interventi sul codice di una esercitazione collaborativa con gli studenti, ho cercato di riassumere in modo essenziale un preciso punto di vista.
E' possibile superare una modalità di lavoro rigida, innefficiente e poco stimolante in favore di un metodo che favorisca invece oltre che la produttività anche il piacere di lavorare insieme ?
Forse la tecnologia ci può essere d'aiuto, ma solo se sapremo assumere un diverso atteggiamento personale nelle nostre abitudini quotidiane.
Così come a livello individuale, l'ordine eccessivo può diventare maniacalità e uccidere ogni fonte di creatività anche a livello collettivo può accadere la stessa cosa.
Allora la questione non e' scegliere tra ordine e disordine, tra pianificazione e improvvisazione, ma sfruttare al massimo tutti questi fattori. Come ?
Semplicemente fissando i propri obiettivi in modo piu preciso possibile, ma senza considerarli immutabili.
E soprattutto contribuendo in prima persona a formarli o a modificarli. Senza mai subirli passivamente.
Abituarsi ad accettare i contributi degli altri, i differenti punti di vista, ma utilizzandoli per rafforzare il proprio.
Catturare al volo le proprie idee, quando nascono e metterle subito a disposizione della propria comunità perché rinvigoriscano.
Conciliare infine l'ordine, con la prospettiva, ossia la capacità di cambiamento in un ottica di miglioramento continui.
Che sia questa la cosa che il filosofo fracese Pierre Levy ha chiamato "intelligenza collettiva" ?

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