venerdì 4 febbraio 2011

Apologia di un matematico

L'utile inutilità
GODFREY H. HARDY
"Apologia di un matematico"

È innegabile che una buona parte della matematica elementare (…) ha una considerevole utilità pratica. Questa parte della matematica in complesso è piuttosto noiosa ed è proprio quella che ha minore valore estetico.
La “vera” matematica dei “veri” matematici, quella di Fermat, di Eulero, di Gauss, di Abel e di Riemann, è quasi totalmente “inutile”.
Non è possibile giustificare la vita di nessun vero matematico professionista sulla base dell’utilità del suo lavoro.

(…) Non ho mai fatto niente di “utile”.
Nessuna mia scoperta ha aggiunto qualcosa, né verosimilmente aggiungerà qualcosa, direttamente o indirettamente, nel bene e nel male, alle attrattive del mondo.
Giudicato secondo tutti i parametri pratici, il valore della mia vita matematica è nullo; e al di fuori della matematica è assolutamente insignificante.
La sola difesa della mia vita (…) è dunque questa: ho aggiunto qualcosa al sapere e ho aiutato altri ad aumentarlo ancora.

Giunto a fine di una carriera scientifica prodigiosa, Hardy scrive una difesa della propria vita che è una vera opera letteraria.
Iscrivendosi implicitamente nella lista dei grandi matematici di ogni tempo, con falsa modestia Hardy rivendica la inutilità della propria scienza ai fini pratici. Non è l’utilità il criterio con cui giudicare, ma la bellezza e il piacere del sapere. Lo scienziato chiede di essere valutato da altri scienziati sulla base del sapere: se ha aumentato il sapere e se ha indotto altri, con le proprie scoperte, ad aggiungere ancora sapere.
La scienza moderna ha inventato una organizzazione nella quale il sapere è condiviso e reso pubblico, e i criteri della qualità non sono fissati dal principe, o dallo Stato moderno, ma dagli scienziati stessi. Il criterio di affermazione della scienza non è dunque l’utilità ma il fatto che il sapere venga o no utilizzato da altri per produrre altro sapere. Questo sistema, nel lungo periodo, è la fonte più potente di innovazione e, contrariamente alle affermazioni di Hardy, ha una utilità pratica immensa. Purché lo si lasci lavorare con questi criteri.

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